Zelensky è ai titoli di coda per gli Usa. Nuovo attacco di Trump: “Non vuole la pace”
Donald Trump e la sua amministrazione hanno scaricato Volodymyr Zelensky. Illudendosi di avere ancora la possibilità di dettare le condizioni, il presidente ucraino ha dichiarato alla Bbc che “l’Ucraina è pronta a firmare un accordo sulle terre rare con gli Stati Uniti dopo il suo acceso confronto con Donald Trump venerdì”.
Raggelante la reazione statunitense. “Al momento no”, ha risposto il segretario Usa al Tesoro, Scott Bessent, alla domanda della Cbs se l’intesa sui minerali fosse ancora sul tavolo. “Tutto ciò che il presidente Zelensky doveva fare era venire a firmare questo accordo economico e mostrare ancora una volta che non c’era grande differenza, nessuna differenza, tra il popolo ucraino e il popolo americano, e ha scelto di mandare tutto all’aria”, ha spiegato Bessent.
Mentre l’Europa cerca di tenerlo ancora in sella, proponendo piani tardivi, fragili tregue mensili e nuovi pacchetti di aiuti, Washington guarda già oltre. Il Consigliere per la sicurezza nazionale Usa Mike Waltz ha sottolineato che gli Stati Uniti hanno “bisogno di un leader che possa trattare con noi, trattare con i russi quando sarà il momento e porre fine a questa guerra”.
Messaggio sibillino per il presidente francese Emmanuel Macron e compagnia. Gli Usa “accolgono con favore gli europei che assumono un ruolo guida nella sicurezza europea” ma il Vecchio Continente deve investire “nelle proprie capacità per poterlo fare”, ha fatto sapere Walz.
Lo speaker della Camera, Mike Johnson, è stato ancora più diretto alla Nbc: “O Zelensky torna alla ragione e al tavolo dei negoziati con gratitudine, o qualcun altro deve guidare il Paese per farlo”. La partita per la sostituzione è apertissima.
Elon Musk e Tulsi Gabbard hanno attaccato l’Ue, criticandone le ultime mosse. “I leader dell’Ue e Zelensky si riuniscono per cene eleganti mentre gli uomini muoiono nelle trincee. Quanti genitori vedranno più i loro figli? Quanti figli non vedranno più i loro padri?”, ha scritto dopo la fine degli incontri a Londra il Ceo di X.
I Paesi europei che hanno ribadito il loro sostegno all’ex comico “non sono impegnati per la causa e per i valori della libertà e non credono nella pace”, ha affermato la direttrice dell’intelligence a stelle e strisce.
Donald Trump potrebbe chiudere i cordoni della borsa per Kiev. La legge, introdotta da Thomas Jefferson e nota come “Impoundment Control Act”, dà al presidente il potere di ritardare o annullare determinati fondi. La revoca deve essere approvata dal Congresso, attualmente controllato dai repubblicani. I rinvii della spesa non devono estendersi oltre l’anno fiscale. La Camera dei rappresentanti e Senato possono annullarli con un percorso veloce.
Dall’inizio del conflitto in Ucraina, gli Stati Uniti hanno inviato 71 spedizioni di aiuti militari a Zelensky, presi dalle scorte esistenti per un valore di 33,8 miliardi di dollari, tra cui oltre 3 milioni di munizioni di artiglieria, migliaia di razzi, missili antiaerei e veicoli corazzati.
Gli Usa hanno sborsato inoltre 33,2 miliardi di dollari attraverso il programma “Ukraine Security Assistance Initiative (USAI)”, per consentire agli ucraini di acquistare equipaggiamento militare dalle aziende di difesa statunitensi.
Attraverso Truth social il tycoon ha lanciato un nuovo ultimatum al suo omologo ucraino: “L’America non sopporterà ancora a lungo” la posizione sul cessate il fuoco di Zelensky, che oggi ha “fatto la peggiore dichiarazione che potesse fare”, dicendo che la fine della guerra con la Russia è ancora “molto molto lontana”. Le sue parole, secondo il capo della Casa Bianca, sono una dimostrazione che “non vuole che ci sia la pace’”.
Ma, ha proseguito Trump, “l’Europa, nell’incontro avuto con Zelensky, ha dichiarato senza mezzi termini che non si può lavorare senza gli Stati Uniti”.
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