Ambiente

Zanzare di città, arriva il censimento

di Angelo Vitale -


Emergenza zanzare, scende in campo la scienza. Troppo numerose, troppo resistenti ad ogni piano di disinfestazione o agli strumenti utilizzati per contrastarle nelle abitazioni di Milano. Il capoluogo lombardo avrà presto un censimento delle zanzare che hanno “scelto casa” in città: ci lavora un team di ricercatori dell’università Statale di Milano, impegnati nel progetto Multilayered Urban Sustainable Action (Musa) finanziato dal Pnrr che punta al miglioramento del benessere nell’area metropolitana, studiando anche i modi per contrastare specie invasive animali o vegetali. Un fenomeno già avvertito dall’Organizzazione mondiale della sanità nell’analisi delle possibili malattie indotte dall’urbanizzazione.

Necessario, allora, un censimento, perché diversificate sono le scelte di habitat delle zanzare, in ambienti larvali come gli stagni o in siti che trovano adattabilità negli spazi urbani o nelle aree riqualificate. Un censimento che – spiega Sara Epis, professore associato di Parassitologia e Malattie parassitarie, Dipartimento di Bioscienze UniMi, “investirà quartieri e aree rigenerate di Milano, anche attrezzate a verde. Ambienti molto belli, dove però ovviamente si possono creare anche stagni, ambienti umidi che favoriscono la presenza di zanzare. Un modo per monitorare la biodiversità delle zanzare nell’area milanese, dal centro città fino a contesti periferici”. Dall’Orto botanico di Brera, uno dei punti target, al Milano Innovation District nell’ex area Expo, ora zona ricca di zanzare.

Avviato in primavera, lo studio sta verificando quali zanzare abitano Milano e “qual è il ruolo che questi insetti possono avere anche a livello di eventuale trasmissione di patogeni all’uomo e agli animali. Ma non studiamo solo la biodiversità, cerchiamo anche delle strategie mirate ed ecocompatibili per il controllo di queste zanzare in ambiente urbano”. Puntando a migliorare la qualità ecologica delle aree urbane e promuovendo la resilienza di componenti chiave come uccelli, piccoli vertebrati, artropodi, attraverso la previsione delle potenziali infezioni trasmesse dalle zanzare in diversi scenari cittadini. Ne risulteranno mappe predittive del rischio sanitario per ciascuna area.

Per questo lavoro è fondamentale il Dna ambientale, ricavato analizzando e sequenziando campioni di acqua, nella lente della ricerca specie invasive e patogeni emergenti. Una indagine cui concorrerà anche lo studio che emerge da un progetto, sempre finanziato dal Pnrr, espressamente indirizzato alle zanzare sul piano nazionale. Sara Epis, in particolare, sta studiando la zanzara coreana e quella giapponese, la Aedes koreicus e la Aedes japonicus, recentemente arrivate in Italia. “Occupano – spiega – aree diverse rispetto alla zanzara tigre, considerata una zanzara urbana. Privilegiano gli ambienti collinari, fino a quelli montani. E sono anch’esse potenziali vettori di patogeni. La zanzara coreana ha una grande capacità di adattamento e si è diffusa molto bene nel Nord Italia, non teme le basse temperature e non compete con la tigre negli spazi da occupare. Mentre la zanzara giapponese si diffonde con focolai, a macchia di leopardo, sempre nel Nord Italia. Non ci sono segnalazioni per loro nel Centro e al Sud”.

“I primi avvistamenti per la zanzara coreana – aggiunge – risalgono al 2010-2011, poi si è diffusa particolarmente, probabilmente complici le condizioni climatiche favorevoli”. Ancora il climate change, come per molte delle rapide trasformazioni del pianeta.


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