Politica

PRIMA PAGINA – Zan Zan…i soldi e la bufera Lgbt. E spunta il fondo maltese Virgo

di Rita Cavallaro -


Se anche i diritti dei gay diventano un business da milioni di euro, tra Pride concessi in monopolio, sponsor che mettono le mani sugli eventi e introiti che finiscono nelle casse di società di capitali dietro il pretesto della lotta contro le discriminazioni. È lo strano caso del paladino dei diritti Lgbt Alessandro Zan, il deputato dem finito nel polverone dopo il servizio di Report. La trasmissione di RaiTre ha messo sotto la lente la Be Proud Srl, azienda che il parlamentare ha fondato nel 2011 insieme al suo fedelissimo, il giornalista del Mattino di Padova, Claudio Malfitano.

Una società tutt’altro che no profit, visto nel 2022 ha incassato più di un milione e 300mila euro, di cui oltre 700mila di corrispettivi di ingresso e oltre 450mila dagli incassi del bar del Pride Village, il mega spazio che il Comune aveva donato gratuitamente all’Arcigay nel 2008, per le attività di volontariato divenuto oggi il grande business di Zan&Co.

A Padova, negli ambienti della comunità, giurano che nessuno tra i vertici dell’Arcigay fosse a conoscenza che la lotta per i diritti civili era stata trasformata in un’attività imprenditoriale, che si è intestata il marchio dell’associazione e, forte del logo, non solo guadagna centinaia di migliaia di euro dalla kermesse. Ma che non ha rinunciato neppure agli aiuti dei ristori statali per il Covid, ben 180mila euro. Che parte degli introiti dal Village li rinveste in finanziamenti al Pd, al quale ha versato 50mila euro durante la campagna elettorale che ha visto Zan conquistare proprio il collegio di Padova. “Tutto quello che viene guadagnato viene riversato nell’iniziativa e dunque non c’è nessun tipo di guadagno”, ha precisato Zan a Report, sottolineando che “ho prestato il mio nome per dare una mano.

Lo faccio con spirito di servizio, a titolo gratuito”. E pensare che al Pride Village neppure l’ingresso è gratuito, quindi figurarsi quanto le sue giustificazioni abbiano potuto attecchire nella comunità LGBTQ+. Tanto più che le iniziative di Zan, ormai da anni, più che il marchio gay hanno quello della concorrenza sleale. È stato proprio il Comune di Padova a garantire allo spazio “che fu” dell’Arcigay deroghe a qualsiasi limitazione commerciale, alle quali, invece, sono sottoposti i proprietari degli altri locali. Più spazi, più musica, più elasticità sugli orari di chiusura. Un vantaggio competitivo e illecito, che probabilmente ha aperto la porta a una serie di fortunati eventi che portano un nome: Virgo Holding Spa.

Una manna dal cielo piovuta su Zan lo scorso maggio, quando la Virgo Fund, un fondo maltese controllato dalla Virgo Holding Spa che dal 2022 ha sede a Milano ma che è di proprietà svizzera, ha annunciato l’investimento di quattro milioni di euro per il triennio 2023-2025, in progetti al servizio dell’inclusività per il riconoscimento dei diritti civili, a partire dal Pride Virgo Village, la più grande manifestazione estiva della comunità LGBTQ+. Anzi, forse l’unica, a ben guardare le altre realtà del Paese. Il Pride di Roma è stato costretto a finire in malora dopo la caduta del sindaco Ignazio Marino, perché l’amministrazione Raggi e neppure l’attuale di Gualtieri hanno concesso le deroghe necessarie a mettere in piedi un evento del genere.

Così il Pride di Zan opera in una sorta di monopolio e attrae società con capitali perfino dall’estero, dalla holding al cui interno c’è di tutto, dalla cosmetica alla radio, dall’energia alla mobilità, dall’immobiliare alle assicurazioni. Holding che non fa certo beneficenza, ma che in quanto Spa è tenuta a investimenti redditizi, da mettere in atto in collaborazione con la Be Proud. Virgo, con il suo ceo Alessandro Vox, è diventata dunque lo sponsor unico di Zan. E ha annunciato: “Virgo Holding Spa, con i marchi Onova- Megavatt- Virgo Milano – Suomy – Eau de Milano (satelliti della holding, ndr) – Paolo Rossi Please, investirà circa 4 milioni di euro in tutta una serie di progetti, volti a sensibilizzare sempre più la società su temi di estremo interesse collettivo. Ogni anno produrrà un film incentrato sul tema delle discriminazioni. Inoltre, lancerà il magazine Equall, che sarà possibile trovare sia online sia nelle edicole italiane, edito dal comparto editoria di Virgo.

Ancora, investirà sulla mobilità sostenibile all’interno del Pride Village Virgo con l’ausilio di mezzi di trasporto elettrici totalmente green Suomy ed Onova Green Mobility e con l’esclusivo Onovapark. Punterà anche sulla televisione, con format tv e radiofonici trasmessi direttamente dal Pride Village Virgo. Il progetto prevede infatti la distribuzione di contenuti, appositamente prodotti durante il Pride Village Virgo, attraverso una multipiattaforma studiata per essere fruibile da diversi device, sia desktop che mobile. Party a tema con testimonial d’eccellenza per Virgo Milano, Suomy, Eau de Milano, Paolo Rossi Please, Onova, Megawatt”. Altro che diritti! Se non è business questo, cosa lo è?


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