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Zaia scrive agli studenti, Tosi condivide e pungola: “È un sì allo ius scholae”

di Ivano Tolettini -


Zaia scrive agli studenti per chiedere “integrazione” e qualcuno intravede lo ius Scholae

L’inverno demografico fa sentire i suoi rigori all’apertura dell’anno scolastico. Nel solo Veneto si sono persi 7 mila alunni, addirittura 9 mila negli asili, elementari e medie, compensati da 2 mila iscritti in più alle superiori. Una situazione preoccupante, cui si somma il dato che molti immigrati che si diplomano, e che non hanno ancora la cittadinanza, o che si laureano preferiscono emigrare in Europa dove sono attratti da stipendi più alti rispetto ai nostri. Le categorie economiche alzano le antenne per un fenomeno che si sta dilatando, Forza Italia invoca l’introduzione dello ius scholae senza attendere la maggiore età per regolarizzare quelli che a tutti gli effetti sono italiani, soprattutto se nascono nel nostro Paese e frequentano la scuola, ma che avendo i genitori stranieri non possono ottenere subito la cittadinanza.

In questo contesto la lettera che il governatore Luca Zaia ha scritto agli studenti veneti per il primo giorno di lezione chiedendo loro di “aiutare i ragazzi stranieri” a integrarsi meglio, auspicando un modello inclusivo e solidale, ha raccolto un consenso politico trasversale dal centrodestra al centrosinistra, ma nello stesso tempo ha indotto l’ex compagno di partito ed europarlamentare Flavio Tosi, attualmente coordinatore veneto di Forza Italia, non solo a condividere le sue parole, ma a pungolarlo sul fronte di una battaglia degli azzurri, con un eloquente: “Le sue parole sono di buon senso, non sono certo casuali, Zaia non può smentire la Lega, ma in cuor suo lo sa già che la strada da imboccare è quella dello ius scholae per favorire l’integrazione dei ragazzi che completano i cicli scolastici”. Così se da un lato Fratelli d’Italia per bocca di Lucas Pavanetto, capogruppo in Consiglio regionale, plaude alle parole del governatore perché “sono condivisibili e di buon senso”, anche se si affretta a ribadire che “non ci leggo alcuna apertura allo ius scholae, bensì è una lettera di un uomo di centrodestra che parla di inclusione e al contempo della nostra identità da trasmettere”, dall’altro lato Vanessa Caimani del Pd condivide in pieno lo Zaia pensiero sull’inclusività scolastica – ci mancherebbe altro -, osservando che “il modo migliore per realizzare questa inclusività è proprio quello di varare una legge di cittadinanza che riconosca i diritti oggi negati a tanti che di certo non possono definirsi stranieri”.

Un leghista doc come il consigliere regionale ed ex sindaco trevigiano di Montebelluna, Marzio Favero, conosciuto per la sua indipendenza di giudizio, fa un passo più avanti: “Le parole di Zaia sulla scuola e l’integrazione sono la base del vero feferalismo e se lui non può dirlo lo faccio io: parliamone di ius scholae, con la premessa che chi è stato sindaco sa bene che i figli di cittadini stranieri naturalizzati ottengono subito la cittadinanza, perché chi a 18 anni non ce l’ha è una minoranza”. Insomma, studenti protagonisti della società e per questo Luca Zaia li invita “a fare in modo di essere inclusivi, date una mano ai ragazzi che sono meno fortunati di voi, perché hanno bisogno di un amico…e abbiate attenzione per i ragazzi che vengono da fuori, stranieri: hanno davanti un percorso di integrazione”. Tramite la scuola si diventa cittadini competenti e responsabili, pronti a entrare subito nel mondo del lavoro oppure a proseguire nella carriera universitaria, comunque consapevoli che come scriveva Victor Hugo quando “si apre una scuola si chiude un carcere. Non è la situazione dell’Italia, però la scuola è un momento di aggregazione civile e solidale perché educa le nuove generazioni al futuro”.

Il governatore Zaia insaiste sul fatto che “la nostra scuola deve aprirsi agli orizzonti internazionali, favorire l’integrazione dei bambini e dei ragazzi stranieri, e al contempo valorizzare l’identità culturale e storica della nostra terra. Come seppe fare in passato Venezia, ancora oggi simbolo di accoglienza, che ha tratto il meglio da culture lontane”. Ecco l’apertura alla crescita in una prospettiva di dialogo e apertura con il mondo, senza dimenticare le proprie radici. Argomenti che appassionano e accalorano l’azzurro Flavio Tosi, che a proposito della posizione di Zaia, col quale in passato ma anche in tempi recenti ha polemizzato non poco, rinverdendo i tempi dei due galli nel pollaio leghista quando il primo era sindaco di Verona, sulla scuola analizza: “Il contenuto della lettera del governatore agli studenti di quest’anno non può essere casuale visto che arriva proprio quando si parla di cittadinanza”. Del resto la caratteristica che unisce Zaia e Tosi è sempre stato il pragmatismo.


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