Cronaca

Yara Gambirasio, “No” della Cassazione all’analisi dei reperti

di Redazione -


La Cassazione ha respinto come “inammissibile” la richiesta dei legali di Massimo Bossetti – condannato all’ergastolo per l’omicidio della tredicenne Yara Gambirasio – di poter analizzare i reperti dell’indagine. Le precedenti decisioni avevano stabilito che i reperti potessero essere solo visionati, ma i legali di Bossetti intendevano sottoporli a nuovi accertamenti.

I due avvocati, Claudio Salvagni e Paolo Camporini, nel ricorso straordinario alla Suprema Corte, chiedevano infatti di poter effettuare analisi sui leggings e sugli slip della ginnasta di Brembate Sopra. “Al netto della lettura delle motivazioni per esprimere un giudizio ponderato, la prima impressione è che quanto accaduto sia incredibile al punto di farmi dubitare che la giustizia esista. Il potere vince sempre”, ha detto Salvagni. “Se sul mio assistito possono esserci ancora colpevolisti e innocentisti magari al 50 e 50, al 100% si può affermare che in quei reperti c’è qualcosa che noi non possiamo accertare: c’è la risposta che Massimo è innocente. Quei reperti sono sempre stati intoccabili e il perché è ormai evidente”.

Yara Gambirasio fu rapita il 26 novembre 2010 fuori dalla palestra di Brembate di Sopra e trovata morta in un campo ad alcuni chilometri di distanza il 26 febbraio del 2011. Bossetti fu arrestato il 16 giugno del 2014 e condannato in via definitiva all’ergastolo il 12 ottobre del 2018.


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