Cultura & Spettacolo

VISTO DA – Tre di troppo, uno spazio per ridere e crescere

di Eleonora Ciaffoloni -


Tre di troppo, trovato per caso tra le commedie proposte da Netflix nel periodo natalizio, è un film diretto e interpretato da Fabio De Luigi: una commedia leggera che gioca con il tema della genitorialità, proponendo un’idea curiosa e originale: cosa succederebbe se due ferventi sostenitori della vita senza figli si svegliassero improvvisamente con tre bambini da accudire? L’inaspettato cambio di prospettiva, generato da una “maledizione,” trasforma il film in un’esperienza che alterna gag spassose a momenti di riflessione emotiva, pur senza mai addentrarsi in profondità nei temi trattati. Tre di troppo è una classica commedia “if” – e cioè che risponde a quella domanda: cosa succederebbe “se”? – ma la sua fotza risiede nell’alchimia tra Fabio De Luigi (Marco) e Virginia Raffaele (Giulia), che danno vita a una coppia ben assortita e convincente. La loro intesa è palpabile, tanto nelle scene in cui si mostrano snob e spensierati quanto in quelle dove si ritrovano genitori esausti ma progressivamente più consapevoli. De Luigi, con il suo umorismo garbato, e Raffaele, al suo debutto come protagonista in una commedia cinematografica, riescono a mantenere vivo il ritmo della narrazione, anche quando la sceneggiatura fatica a essere coesa. La scrittura, firmata oltre che dallo stesso stesso De Luigi anche da Michele Abatantuono e da Lara Prando, è intrisa di momenti umoristici che spaziano dal genuinamente esilarante al prevedibile. Alcune gag funzionano splendidamente, come l’assurdità della “cicogna maledetta,” che aggiunge un tocco surreale alla vicenda, mentre altre appaiono forzate. Il film diverte lo spettatore perché crea e riproduce situazioni in cui il pubblico può immedesimarsi, come le difficoltà quotidiane di gestire i figli, eppure talvota scivola quando insegue troppo insistentemente la risata facile. Un altro punto di forza, oltre ai due protagonisti è il cast corale. I personaggi di contorno – tra cui Barbara Chichiarelli, Fabio Balsamo e Marina Rocco – regalano momenti di brillantezza, arricchendo la storia con le loro dinamiche personali e interazioni. Tuttavia, il film si mantiene su un livello superficiale, evitando di approfondire le implicazioni economiche, sociali ed emotive del crescere una famiglia numerosa nell’Italia contemporanea. C’è una certa convenzionalità nella struttura narrativa che rende prevedibile il finale, dove il “maleficio” si trasforma in benedizione e i protagonisti abbracciano il valore della famiglia. Questo approccio, pur essendo rassicurante e in linea con le aspettative di una commedia per famiglie, risulta forse poco coraggioso. In ogni caso, Tre di troppo si distingue per il suo tono positivo e la leggerezza con cui affronta il tema della genitorialità. È un film che si lascia guardare con piacere, soprattutto per chi cerca un intrattenimento spensierato e capace di strappare qualche sorriso genuino. Con qualche aggiustamento nella sceneggiatura – meno gag scontate e più attenzione all’evoluzione emotiva dei personaggi – il film avrebbe potuto elevare il suo potenziale, diventando una commedia non solo divertente ma anche memorabile.


Torna alle notizie in home