VISTO DA – Cent’anni di solitudine: la magia di Macondo che incanta e sorprende
C’è sempre da avere un po’ di timore quando ci si imbarca nell’impresa di portare sullo schermo un capolavoro della letteratura. Lo avevo anche io quando su Netflix ho trovato tra le novità Cent’anni di solitudine. Eppure, dopo solo qualche minuto di visione, sono stata immediatamente rapita e coccolata da quella che potrei definire uno degli adattamenti più belli degli ultimi anni. Cent’anni di solitudine (prima parte), diretto da Laura Mora e Alex García López per Netflix, è un’opera monumentale (serie da 8+8 puntate) che riesce nell’ardua impresa di far rivivere Gabriel García Márquez. Realizzata interamente in Colombia, con un cast di attori autoctoni e una cura straordinaria per i dettagli, la serie è un tributo rispettoso e al tempo stesso innovativo che celebra l’immaginario senza tempo di Macondo e dei Buendía. La produzione brilla per l’incredibile fedeltà al romanzo originale, rispettando i temi centrali dell’opera: la solitudine, l’amore, il destino, e il realismo magico, ma adattandoli con intelligenza al linguaggio seriale. La narrazione segue le generazioni dei Buendía, intrecciando drammi personali, guerre, amori proibiti e tradizioni culturali in un racconto che esplora le profondità dell’animo umano e dell’evoluzione sociale della Colombia. La serie riesce a mantenere la complessità dell’opera, ma con una linearità che la rende accessibile anche a chi non ha mai letto il romanzo. Uno degli aspetti più impressionanti è la ricostruzione visiva. Macondo prende vita come mai prima d’ora: un luogo sospeso tra realtà e magia, dove la crescita della città e i cambiamenti delle sue dinamiche sociali sono rappresentati con straordinaria attenzione. I costumi, ricchi di dettagli e in armonia con il contesto storico, e la scenografia contribuiscono a creare un universo immersivo, che trasporta lo spettatore in un’epoca e in un luogo pieni di fascino e mistero. La fotografia è un altro punto di forza: ogni inquadratura è curata come un dipinto, con colori vibranti e atmosfere che riflettono il dualismo tra realtà e sogno. Dai momenti di quiete poetica alle scene cariche di intensità emotiva, la regia riesce a catturare l’essenza del realismo magico che permea l’opera di Márquez. Il cast è straordinario.Marco González, Susana Morales, Claudio Cataño offrono interpretazioni convincenti, incarnando con autenticità i personaggi complessi e multigenerazionali del romanzo. Ogni fase della crescita dei protagonisti è rappresentata con una cura che restituisce il senso del tempo e del destino inesorabile che incombe sulla famiglia Buendía. Pur essendo un adattamento, la serie non rinuncia alla poesia e alla profondità dell’opera originale. Alcuni momenti iconici – come il primo incontro con il ghiaccio o le invenzioni di Melquíades – sono rappresentati con sensibilità e reverenza. Allo stesso tempo, vi sono semplificazioni e modifiche per adattare la complessità del libro alla tv. Tra emozioni universali, magia e bellezza visiva, la serie rappresenta un’esperienza imperdibile per chiunque voglia immergersi nell’incanto di Macondo. Non vediamo l’ora di vedere la seconda parte.
Torna alle notizie in home