Violenza sessuale su un’alunna, domiciliari per un bidello
Violenza sessuale, l’accusa per un bidello arrestato dopo l’attivazione del codice rosso. Avrebbe costretto una bambina di sei anni a subire atti sessuali, prima baciandola e poi toccandole le parti intime. E’ quanto viene contestato a un collaboratore scolastico in un istituto comprensivo statale, un sessantenne originario della provincia di Reggio Calabria, colpito da un’ordinanza di applicazione di misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal Tribunale di Palmi su richiesta dalla procura della Repubblica, diretta da Emanuele Crescenti, per violenza sessuale aggravata.
Stando al contenuto della denuncia formalizzata dai carabinieri di Cinquefrondi in provincia di Reggio Calabria, nonché sulla scorta delle dichiarazioni rese alla presenza di una psicologa nominata dalla procura, il collaboratore scolastico ha notato la ragazzina raggiungerlo all’interno di una stanza per fare una fotocopia chiesta da una insegnante e, approfittando del fatto erano soli, le ha dapprima fatto un complimento, per poi baciarla sulle guance e toccarle le parti intime.
Come ricostruito dai carabinieri in una nota, la bambina, nell’immediato, non ha raccontato nulla alle maestre e ai compagni di classe perché si vergognava ma poi, tornata a casa, si è confidata con la madre. La rapida attivazione del “codice rosso”, applicato tempestivamente d’intesa e con il coordinamento della Procura della Repubblica di Palmi, ha consentito ai militari dell’Arma di sviluppare i necessari accertamenti in pochi giorni, raccogliendo la testimonianza della bambina e concludendo in brevissimo tempo l’indagine.
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