Vigilanza Rai, si prova a sbloccare lo stallo
La situazione di stallo in commissione Vigilanza Rai sta spingendo le forze politiche a cercare un compromesso, come già avvenuto per l’elezione dei giudici della Corte costituzionale. La necessità di sbloccare non solo le nomine ai vertici della tv pubblica ma anche il funzionamento della commissione di Vigilanza Rai non è più una richiesta esclusiva delle opposizioni. Anche all’interno del centrodestra si fanno strada voci favorevoli a un confronto tra i leader per trovare una soluzione che eviti il muro contro muro che da mesi impedisce qualsiasi avanzamento. Nel frattempo, le opposizioni hanno individuato nel regolamento della bicamerale uno strumento per aggirare l’impasse. L’articolo 11, comma 4, prevede infatti che il presidente della commissione, in casi straordinari, possa convocare una seduta su richiesta di almeno un quarto dei componenti. Sfruttando questa possibilità, le opposizioni – con il sostegno del Movimento 5 Stelle – hanno chiesto l’audizione dell’amministratore delegato della Rai, Giampaolo Rossi. La presidente della commissione, la pentastellata Barbara Floridia, sta valutando la richiesta e ha già sondato la disponibilità di Rossi, confermando di fatto la legittimità dell’iniziativa. Tuttavia, questa mossa rischia di irrigidire ulteriormente la posizione del centrodestra, che starebbe studiando le proprie contromosse. Tra le ipotesi più estreme si parla addirittura di dimissioni di massa dei commissari della maggioranza, una mossa che farebbe decadere l’intera Vigilanza, bloccando di fatto qualsiasi attività fino alla nomina di una nuova commissione.
Al centro dello scontro c’è l’elezione del presidente della Vigilanza. Le opposizioni contestano sia la candidatura di Simona Agnes, proposta da Forza Italia, che il metodo con cui è stata avanzata la sua nomina. Il centrosinistra, con il Partito Democratico in testa, chiede infatti che prima di procedere alla designazione si dia attuazione al Freedom Act europeo, che impone una riforma della governance della tv pubblica. Di fronte al veto delle opposizioni, che per l’elezione del presidente della commissione hanno il potere di bloccare la nomina grazie al quorum dei due terzi, la maggioranza ha finora scelto di disertare le votazioni. Uno schema che si ripeterà probabilmente anche nella prossima seduta, prevista per mercoledì. All’interno di Forza Italia, però, cresce la consapevolezza che questa situazione non possa protrarsi ancora a lungo. Il partito di Antonio Tajani ufficialmente continua a sostenere Agnes, ma c’è chi inizia a spingere per trovare una soluzione alternativa. Cedere sul nome significherebbe ammettere una sconfitta politica e dare l’impressione di piegarsi alle opposizioni, ma allo stesso tempo il perdurare dello stallo rischia di danneggiare l’intero schieramento di governo. La necessità di trovare una via d’uscita sta quindi portando anche il centrodestra a valutare la possibilità di un incontro tra i leader per sbloccare la situazione. Resta da vedere se prevarrà la linea del confronto o se le tensioni interne e lo scontro con le opposizioni continueranno a lasciare la Rai senza una guida stabile e la Vigilanza bloccata.
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