Video e audio inediti sulla morte di Ramy Elgaml a Milano
Un video inedito al vaglio della Procura della Repubblica di Milano fornisce immagini e audio scioccanti su quanto accaduto la notte tra il 23 e il 24 novembre dello scorso anno per le strade di Milano: 3 pattuglie di carabinieri all’inseguimento di Ramy Elgaml, 19 anni, e Fares Bouzidi, 22, che, in sella ad uno scooter di grossa cilindrata, cercano di dileguarsi dopo aver forzato un blocco dei militari. Ramy poi cadde in via Quaranta, perdendo la vita. Immagini e frasi choc nel video trasmesso ieri dal Tg3 e dal tg de la7. Ora i legali dei familiari della vittima parlano espressamente di “omicidio volontario”.
Nelle immagini riprese da un’auto dei carabinieri, agli atti degli inquirenti e trasmesse ieri sera, si vede un primo impatto tra la gazzella dei militari e lo scooter sul quale ci sono due ragazzi: Ramy e il conducente Fares Bouzidi, 22enne tunisino. Dopo questo primo impatto, il mezzo a due ruote non cade. E nel servizio tv si sentono, in successione, diverse frasi choc dei carabinieri. Una prima (“vaff… non è caduto”), pronunciata dopo lo speronamento. Una seconda frase simile, nel corso dell’inseguimento: “Chiudilo, chiudilo… no, mer… non è caduto”. Infine la terza frase, alla fine della corsa tra le strade del centro di Milano, quando sembra effettivamente esserci un ulteriore contatto, come testimoniano le immagini riprese questa volta da una telecamera del Comune.
I due ragazzi perdono il controllo del mezzo e a quel punto i carabinieri avvertono via radio che i due “sono caduti”, in via Quaranta. E un loro collega risponde, sempre via radio: “Bene”. Agli atti degli inquirenti ci sono anche le immagini riprese all’incrocio delle strade ove Ramy morì: due carabinieri che, dopo l’incidente, si avvicinano a un giovane sul marciapiede, che alza le mani in alto. Si tratta di Omar, un testimone che ha detto di aver ripreso tutto, aggiungendo che i militari dell’Arma gli avrebbero intimato di cancellare il filmato.
I legali dei familiari di Ramy, gli avvocati Debora Piazza e Marco Romagnoli, hanno commentato a caldo le immagini inedite: a loro avviso si tratta di “omicidio volontario” e non stradale. Dal dicembre scorso la Procura di Milano ha iscritto nel registro degli indagati – contestando, a vario titolo, falso e frode processuale e depistaggio – almeno due carabinieri, mentre il militare alla guida della gazzella era già stato iscritto per omicidio stradale, come il 22enne che conduceva lo scooter. In particolare, si indaga per depistaggio in merito alla presunta cancellazione del video del testimone, quello ripreso dalle telecamere.
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