Viareggio, al Principe di Piemonte per sentirsi come un re
Il fascino del mare d’inverno mi attira sempre, con quella sua malinconia che rende ogni ondeggiare eterno. E così, nel primo weekend di novembre, ho deciso di passare due giorni al Grand Hotel Principe di Piemonte, storico emblema di Viareggio. Un luogo magico e per me che sono nato in questa città, evocativo, per poggiare la valigia sul letto. La facciata Art Déco del 1922 sembra ancora troneggiare, quasi in segreto, sul lungomare vuoto, con l’aria di chi conosce ogni storia dei personaggi celebri passati di lì.
Arrivo il venerdì sera, quando l’aria è fresca e il cielo coperto promette qualche sprazzo di sole solo per il giorno dopo.
In hotel, tutto è curato in modo squisito: le suite sono all’altezza di ogni aspettativa, arredate con mobili che respirano l’eleganza d’altri tempi senza eccedere in formalità.
Spalanco le finestre e trovo una vista che apre direttamente sul mare: quello che in estate brulica di voci e ombrelloni, adesso è silenzioso, un palcoscenico deserto che attende solo di essere contemplato.
Al Grand Hotel Principe di Piemonte, l’esperienza gastronomica è indimenticabile. Tra i suoi due ristoranti, il Piccolo Principe è il vero fiore all’occhiello, due stelle Michelin e una cucina che parla la lingua della Versilia senza però cadere nei cliché. A guidarlo, c’è Giuseppe Mancino, il giovane chef stellato che ha trasformato ogni piatto in un viaggio. Nel menù, ogni portata è una pennellata precisa e misurata, senza mai un’esagerazione. La conosco e la apprezzo da anni, eppure ogni volta riesce a stupirmi e a lasciarmi con la voglia di tornare il prima possibile.
Le sue creazioni rivelano un’eleganza asciutta, quasi severa, che si apprezza soprattutto nei sapori autentici: il risotto all’acqua di mare sembra quasi l’eco di una giornata sulla spiaggia; ogni ingrediente è studiato per richiamare la semplicità e la potenza del mare. Il giorno dopo, complice il cielo sgombro, salgo alla terrazza panoramica dove una piscina riscaldata aspetta chiunque voglia immergersi in un’esperienza un po’ surrealista: nuotare sotto un sole timido con la vista sul Mar Tirreno, senza le voci estive che di solito animano la spiaggia. C’è qualcosa di sospeso, quasi eterno, in questo momento: un silenzio che difficilmente si riesce a vivere altrove.
Per me tutto questo ha il sapore d’infanzia, di famiglia e di ricordi. La clessidra si ferma per un attimo e le foto in bianco e nero sembrano quelle di casa, i rumori delle tende mosse dal vento quelli dell’infanzia. Pensavo fosse un soggiorno invece è un viaggio da fermi, usando la macchina del tempo. Poi arriva il pranzo, dove decido di fare una tappa al Maitò, l’altro ristorante della famiglia, a Forte dei Marmi, meno formale ma comunque fedele alla qualità della cucina italiana. Mi accolgono con un’insalata di mare fresca e un vino bianco locale che sembra sposarsi perfettamente con l’umore della giornata. Una cucina autentica, meno elaborata ma piena di sapori netti, che è quasi una celebrazione del cibo in sé.
Nel pomeriggio, un passaggio alla spa chiude il soggiorno in bellezza: un massaggio rilassante, avvolta da aromi caldi, e il bagno turco che sfuma i pensieri. Lasciare il Grand Hotel Principe di Piemonte, alla fine del weekend, è come risvegliarsi da un sogno. In fondo, questo mare d’inverno, questa Versilia silenziosa e fuori stagione, resta nella memoria come un ricordo che non si lascia dimenticare.
Torna alle notizie in home