Via libera al decreto che “blinda” i Paesi sicuri e gli hotspot in Albania
Via libera del Consiglio dei ministri, appena conclusosi a Palazzo Chigi, al decreto sui Paesi sicuri che punta a “blindare” gli hotspot in Albania. La misura trasferisce l’elenco dei Paesi considerati sicuri dal decreto interministeriale di Farnesina, Interno e Giustizia, a un decreto ad hoc, con l’obiettivo di renderlo norma primaria. Un provvedimento illustrato da Alfredo Mantovano. Quella della Corte di Giustizia Ue “è una sentenza complessa, che peraltro trae spunto da una vicenda particolare, riesce difficile, come alcuni magistrati hanno sostenuto”, che si tratti di una norma perché “non lo è, ma è un’interpretazione”. Così il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio in conferenza stampa. Definirlo “è frutto di una procedura complessa, politico e amministrativo, che tiene conto di valutazioni all’interno dello stesso paese”. “Perché dico questo – chiarisce -: massimo rispetto del governo per il ruolo della magistratura, istituzione fondamentale, ma ci sono competenze che riguardano ciascuna istituzione”, quella di definire i Paesi sicuri “compete in prima battuta il governo”, poi il confronto “col Parlamento”. “Se leggiamo i provvedimenti del Tribunale di Roma di qualche giorno fa, e lo dico senza polemica – ha aggiunto-, il meccanismo dei rimpatri semplicemente non esiste più e dovremmo rendere conto in sede europea del perché non tuteliamo i nostri confini, che sono confini europei”. “L’elenco dei Paesi sicuri non è qualcosa di apodittico ma di meditato”, dice ancora Mantovano, che a più riprese allontana lo spettro di uno scontro in atto con la magistratura. Il dl approvato “non vuole capovolgere nulla, tiene conto della sentenza della Corte di giustizia europea e si inserisce a livello normativo”.
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