Veronica Ruggeri: “Gli amori veri, quelli falsi, quelli folli…”
“Pensavo fosse amore”, il nuovo programma condotto da Veronica Ruggeri, parte da un presupposto: tutti sognano un grande amore che possa essere sempre all’insegna della fedeltà, della sincerità e della passionalità. Purtroppo, però, catfishing, false identità, doppie vite, revenge porn, tradimenti e truffe amorose online ormai si nascondono sempre dietro l’angolo, al punto che da un po’ di tempo a questa parte sono fenomeni sempre più diffusi. Prodotto da Stand by Me per Warner Bros. Discovery, il nuovo scripted-reality in arrivo dal 14 aprile alle 21.20 su Real Time, racconta questo tipo di storie, provando a dar voce a chi dall’amore ha ricavato solo inganni e ferite. “Pensavo fosse amore” ripercorre storie tutte nate online, diverse in ogni puntata, attraverso ricostruzioni e interviste a persone che hanno l’urgenza di raccontare in forma anonima come sono state raggirate sentimentalmente. Ogni storia viene svelata attraverso ricostruzioni, interviste ad attori che raccontano vere storie “d’amore” finite male, documenti di repertorio (ricostruiti con foto e video di cellulari), e grafiche che replicano le chat tra gli amanti. Padrona di casa del programma, la spumeggiante Veronica Ruggeri, finora apprezzata dal pubblico nel programma campione d’ascolti di Italia1 “Le Iene”, che accompagnerà lo spettatore attraverso suggerimenti e spunti di riflessione, approfondendo le tecniche utilizzate dai truffatori rendendo il racconto ancora più realistico. Ogni storia è raccontata dalla prospettiva dell’amante “truffato”, mostrando i primi momenti della relazione, le prime avvisaglie di qualcosa che non va nell’altro partner e infine il doloroso momento della verità, non tralasciando “il carnefice” figura centrale della narrazione. Tra i fenomeni trattati anche quello del “catfishing”, un tipo di attività ingannevole e molto diffusa sui social network che prevede la creazione e l’utilizzo di un account con falsa identità, allo scopo di raggirare altri utenti con il “fake name”, tale persona viene definita “catfish”.
Veronica, come nasce il tuo coinvolgimento all’interno del programma?
In “Pensavo fosse amore” si parla di catfishing, di grandi innamoramenti che nascondono lati oscuri e grandi bugie..parliamo di un mondo che mi ha sempre incuriosita e che ha sempre catturato il mio interesse. Quando mi è stato proposto ho pensato fosse un progetto giusto, che potesse sollevare temi importanti.
Tra tutte le storie affrontate, ce n’è qualcuna in particolare ad averti colpita?
Una storia in cui parleremo anche di sexting e di revenge porn. Di una donna che si nasconde dietro il finto profilo di un uomo per colpire l’amica. Sognava un amore, ha assaporato un amore e alla fine ha ricevuto doppia delusione.
Qual è il messaggio che ti piacerebbe arrivasse al pubblico?
Sicuramente non bisogna smettere di sognare l’amore ma bisogna anche saper leggere alcuni segnali che a volte non vogliamo vedere. La tanta voglia di amare e di essere amati a volte rischia di annebbiare un po’ la vista e confonderci. Sarebbe bello riuscire ad essere d’aiuto a chi vive situazioni particolari e non riesce a leggerle.
In tutta sincerità: a te è mai capitato di ritrovarti a dire “Pensavo fosse amore”?
Non ho mai vissuto un amore basato su una grande menzogna o su una truffa! Mi è capitato però di vivere una delusione in amore, ma era comunque amore vero.
Per la prima volta ti vediamo conduttrice unica di un format: come la vivi? Si tratta di un traguardo che desideravi raggiungere da tempo?
Sono molto felice di questa conduzione e la vivo come parte di un percorso, non come un traguardo.
In futuro quali altri traguardi ti piacerebbe raggiungere nella sfera professionale?
Mi piacerebbe continuare ad imparare e a sperimentare cose diverse. In ogni momento della mia vita ho avuto avuto obiettivi e sogni diversi.. e continuano a cambiare! Spero semplicemente di continuare a non annoiarmi.
E in quella personale?
Qualche anno fa mi immaginavo mamma a trent’anni. Ora che i trent’anni sono arrivati e non sono mamma ho capito che porsi degli obiettivi nella sfera personale è completamente inutile. Spero di continuare ad essere serena.
Veronica, come nasce il tuo coinvolgimento all’interno del programma?
In “Pensavo fosse amore” si parla di catfishing, di grandi innamoramenti che nascondono lati oscuri e grandi bugie..parliamo di un mondo che mi ha sempre incuriosita e che ha sempre catturato il mio interesse. Quando mi è stato proposto ho pensato fosse un progetto giusto, che potesse sollevare temi importanti.
Tra tutte le storie affrontate, ce n’è qualcuna in particolare ad averti colpita?
Una storia in cui parleremo anche di sexting e di revenge porn. Di una donna che si nasconde dietro il finto profilo di un uomo per colpire l’amica. Sognava un amore, ha assaporato un amore e alla fine ha ricevuto doppia delusione.
Qual è il messaggio che ti piacerebbe arrivasse al pubblico?
Sicuramente non bisogna smettere di sognare l’amore ma bisogna anche saper leggere alcuni segnali che a volte non vogliamo vedere. La tanta voglia di amare e di essere amati a volte rischia di annebbiare un po’ la vista e confonderci. Sarebbe bello riuscire ad essere d’aiuto a chi vive situazioni particolari e non riesce a leggerle.
In tutta sincerità: a te è mai capitato di ritrovarti a dire “Pensavo fosse amore”?
Non ho mai vissuto un amore basato su una grande menzogna o su una truffa! Mi è capitato però di vivere una delusione in amore, ma era comunque amore vero.
Per la prima volta ti vediamo conduttrice unica di un format: come la vivi? Si tratta di un traguardo che desideravi raggiungere da tempo?
Sono molto felice di questa conduzione e la vivo come parte di un percorso, non come un traguardo.
In futuro quali altri traguardi ti piacerebbe raggiungere nella sfera professionale?
Mi piacerebbe continuare ad imparare e a sperimentare cose diverse. In ogni momento della mia vita ho avuto avuto obiettivi e sogni diversi.. e continuano a cambiare! Spero semplicemente di continuare a non annoiarmi.
E in quella personale?
Qualche anno fa mi immaginavo mamma a trent’anni. Ora che i trent’anni sono arrivati e non sono mamma ho capito che porsi degli obiettivi nella sfera personale è completamente inutile. Spero di continuare ad essere serena.
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