Ambiente

Vento, sole e maree: energia da tre fonti rinnovabili con l’Aquilone del Mare

di Angelo Vitale -


Nasce Mecs (Multi Energy Compensator System), un progetto che intende sviluppare una microrete in grado di integrare e gestire l’energia prodotta da più sistemi che sfruttano diverse fonti rinnovabili (vento, sole e correnti di marea) ottimizzando costi, efficienza e affidabilità. Uno sfruttamento combinato che ha lo scopo principale di ridurre l’effetto dell’intermittenza tipica degli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, consentendo di regolarizzare i livelli di produzione complessiva.

Un’iniziativa inserita in un bando a cascata dello Spoke 2, Clean energy production, storage and saving del progetto Ecosister, finanziato dall’Unione europea, che coinvolge soggetti pubblici e privati. Capofila ne è Seapower, centro di ricerca consorziato con l’Università di Napoli Federico II, comprendendo pure l’Università Mediterranea di Reggio Calabria e la società Elettra.

Fulcro della proposta – spiega Domenico Coiro, presidente di Seapower – “l’integrazione di una fonte di energia rinnovabile perenne e ad elevata predicibilità come le correnti di marea, con fonti a maggiore carattere aleatorio come sole e vento, al fine di compensare la variabilità delle altre fonti e ridurre la necessità di accumulo”. In questo modo le correnti di marea diventano enormi “batterie naturali”, sfruttando anche il Gemstar, l’Aquilone del Mare, che sfrutta proprio le correnti di maree, costituito da un sistema galleggiante sottomarino connesso da un cavo di ormeggio al fondale. Su esso sono installate due turbine marine, una per lato del galleggiante, allineate alla direzione della corrente.

Nella nuova progettazione del Mecs, sarà realizzato un modello semplificato in scala del sistema Gemstar, ottimizzando il controllo di potenza e sviluppando le pale delle turbine idrocinetiche per massimizzarne efficienza ed affidabilità. E testato sperimentalmente in ambiente reale marino un prototipo in piccola scala della microrete ideata, grazie al laboratorio Renew-Mel dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria.


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