Attualità

Venezia, acqua alta record in agosto. Le super maree dopo il granchio blu

di Ivano Tolettini -


Ci mancavano solo i ripetuti picchi dell’alta marea in pieno agosto. Dopo il granchio blu che infesta la laguna veneta meridionale e mette ko le culture ittiche, ecco il turno delle “acque grandi” in piena estate. Cose mai viste dagli umani. Oggi il centro previsioni e segnalazioni del Comune fissa la quota dell’acqua alta a 95 centimetri sul medio mare di Punta della Dogana, vuol dire che piazza San Marco alle 13.30 sarà sotto e buona parte delle attività commerciali dovrà chiudere. “Per questo c’è bisogno di finire il prima possibile le opere complementari del Mose – sfoga la sua delusione sui social Claudio Venier, presidente dell’associazione piazza San Marco – poiché la frequenza delle acque alte è in continuo aumento in estate”. Bastano i numeri per testimoniare il disagio crescente: se nel 2023 le prime tre settimane d’agosto avevano fatto registrare 9 episodi di acqua alta (vale a dire quando si supera quota 80 cm), quest’anno si è fatto il pieno: ogni giorno, con una previsione di 31 su 31. Che cosa fare, dunque? Se dal primo maggio termina il servizio di posa delle passerelle nel caso dell’alta marea e riprenderà come di regola il 15 settembre, c’è chi come Venier a nome dei propri associati sollecita l’utilizzo delle valvole che metterebbero in salvo una delle più famose e suggestive piazze del mondo oppure di far sollevare addirittura il Mose per tutelare la perla dell’Adriatico. La questione, com’è facile intuire, sono le spese perché ogni alzata del sistema delle dighe mobili che protegge le bocche di porto del Lido, Malamocco e Chioggia costa ai contribuenti dai 211 mila ai 272 mila euro, con un incremento delle spese sulle previsioni di soli tre anni fa da far tremare i polsi. Basti considerare che la manutenzione del “Modulo Sperimentale Elettromeccanico”, il cui acronimo è appunto Mose, costa all’anno 63 milioni di euro e il costo complessivo dell’opera, che è entrata in funzione nel 2021 dopo un’attesa di oltre vent’anni, è stato di 6,2 miliardi di euro. Mai nessuno fino a qualche anno fa avrebbe ipotizzato che anche in estate si sarebbe presentato il problema dell’acqua alta come in autunno e inverno, a dimostrazione che il cambiamento climatico – che vi si creda o meno – qualche problemino lo pone. Chi su questo punto non ha dubbi è Alvise Papa, dirigente comunale del centro maree. “Il dato fondamentale – afferma – è il livello medio del mare raggiunto in questo decennio, sicuramente frutto dei cambiamenti climatici“. Ad attestare il mutamento in atto, secondo l’esperto Papa che conosce come pochi le maree della laguna veneta, sono proprio i valori medi sul lungo periodo: “In questo senso Venezia è una sentinella ed anche un laboratorio d’avanguardia”. Lo scorso luglio in occasione dei concerti in calendario sono state attivate le valvole per tenere piazza San Marco all’asciutto, ma durante questo mese non è previsto il loro utilizzo. Inevitabili sono scoppiate le polemiche con i commercianti in prima fila perché fanno fatica a lavorare nelle ore centrali della giornata. “C’è la necessità di mettere in azione al più presto il sistema delle valvole – afferma Massimo Milanese dello storico Caffè Lavena – altrimenti dobbiamo chiudere l’attività per alcune ore nel periodo del massimo afflusso turistico”. Gira e rigira la questione centrale è quella dei costi, perché Venezia si dimostra una vecchia signora sempre stupefacente per i tanti turisti che arrivano da tutto il globo per ammirarla, ma esosa in quanto a spese. In qualsiasi stagione dell’anno. Tanto più che gli eventi di marea eccezionali, cioè sopra i 140 centimetri, le cosiddette “acque grandi” per intenderci, si susseguono negli ultimi anni con frequenza sempre maggiore. Ecco perché in presenza di questi eventi un tempo definiti straordinari, e che negli ultimi anni non lo sono più, senza il Mose ogni volta per Venezia sarebbe una mezza catastrofe. Adesso il problema, sebbene non con le forme estreme dell’autunno-inverno, si presenta anche in estate. Di qui la richiesta di chi ha un’attività delle “valvole a regime oppure di alzare il Mose”.


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