Vaiolo delle scimmie, da noi 1056 casi. Ecco come l’Italia risponde a un’emergenza mondiale
Vaiolo delle scimmie, a che punto stiamo? Per il ministero della Salute la situazione è “sotto controllo”. L’abituale espressione per dire: “Evitiamo allarmismi”. “Non sono stati accertati casi del nuovo ceppo di Mpox”, fa sapere Mara Campitiello, capo del Dipartimento della Prevenzione del ministero guidato da Orazio Schillaci.
Dal ministero, come per ogni emergenza, hanno predisposto sul Mpox un sito web dedicato, che tiene pure il conto, bollettino per bollettino, delle persone che nel nostro Paese sono considerate “casi confermati”: sono 1056 oggi, + 9 rispetto al precedente dato.
Il vaiolo delle scimmie, dal 14 agosto scorso, è un’emergenza internazionale così dichiarata dall’Organizzazione mondiale della sanità, che solo un anno fa l’aveva fatta cessare dopo averla annunciata l’anno prima. Il 15 agosto la Svezia ha annunciato il primo contagio importato al di fuori dell’Africa.
In Italia, si sta procedendo al rafforzamento della rete di sorveglianza diagnostica su tutto il territorio nazionale, tenendo conto che la scorta nazionale di vaccini al momento è considerata sufficiente.
Intanto, la scienza va avanti, forse in maniera più rapida delle necessità organizzative circa l’emergenza. L’Istituto nazionale per le Malattie infettive Lazzaro Spallanzani Irccs di Roma e l’Ircss ospedale San Raffaele Università Vita – Salute San Raffaele di Milano hanno coordinato uno studio appena pubblicato sulla rivista eBioMedicine del Gruppo Lancet.
E’ il più importante studio di casistica su Mpox mai apparso in Italia, avendo osservato ben 541 pazienti su un totale di 1.056 casi segnalati ad oggi in Italia.
Il lavoro è stato condotto in 15 centri di Malattie infettive italiani e rileva che “una carica virale del virus Mpox più elevata nel tampone faringeo è risultata associata a un decorso più grave. Altri fattori associati a una maggiore gravità sono l’etnia caucasica, un esordio con febbre, la presenza di interessamento del cavo orale, di lesioni intorno all’ano e di una linfoadenopatia. Mpox ha una durata più prolungata in caso di localizzazione ano-rettale, oro-faringea, in caso di eruzione cutanea estesa e nelle persone con Hiv con grave immunodeficienza”.
Uno studio che si presenta come la “testimonianza concreta della presenza di centri di eccellenza sul territorio italiano che hanno saputo gestire il focolaio epidemico del 2022 in modo efficace e culturalmente produttivo all’interno del network della fondazione Icona”.
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