Attualità

Ustica, Giovanardi: “C’è solo una verità, lavoriamo per trovare i colpevoli”

di Eleonora Ciaffoloni -


Sono trascorsi 44 anni da quando nel tratto meridionale del Mar Tirreno, tra le isole di Ponza e Ustica, l’aereo IH870 della compagnia Itavia esplose in volo e si inabissò. Il volo, partito dall’aeroporto di Bologna-Guglielmo Marconi e diretto a Palermo-Punta Raisi, trasportava 81 persone: 77 passeggeri e quattro membri dell’equipaggio, che persero tutti la vita. Una tragedia su cui i riflettori dell’opinione pubblica si riaccendono ogni 27 giugno. A farlo, ieri, è stato anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha ricordato quella di Ustica come una tragedia “immane” e ha anche assicurato che “La Repubblica non si stancherà di continuare a cercare e chiedere collaborazione anche ai Paesi amici per ricomporre pienamente quel che avvenne”.
“Una dichiarazione equilibrata” l’ha definita l’ex ministro Carlo Giovanardi, poiché, spiega, “sono ancora in discussione due versioni: quella della battaglia aerea e quella della bomba”. Una dichiarazione allo stesso tempo condivisibile visto che la prospettiva di ricostruire l’accaduto “smentisce tutta la prosopopea istituzionale guidata da Daria Bonfietti che racconta la bugia cosmica che ci sarebbe stata da qualche parte una battaglia aerea e il lancio di un missile, però mai accertato”.


La versione di Bonfietti è stata ribadita in occasione del report di Massimo Giletti, perché non regge?
“Bonfietti è una bugiarda matricolata. Racconta che la verità è contenuta nella sentenza ordinanza del giudice priore e non dice che questa, nel vecchio rito, era l’atto con cui il priore ha assolto alcuni imputati con sentenza e, con ordinanza ha rinviato a giudizio i generali, i quali alla fine del processo sono stati assolti con formula piena perché il fatto non sussiste. Quella della battaglia aerea – hanno scritto i giudici – è una fantasia. È come se Bonfietti dicesse che Enzo Tortora è uno spacciatore di droga perché venne rinviato a giudizio come spacciatore, omettendo però di dire che fu assolto con formula piena. Siamo di fronte a mistificazione continua della realtà, mentre invece dal punto di vista governativo, delle perizie tecniche, del processo penale, è stato accertato che l’aereo è esploso per una bomba collocata nella toilette di bordo”.


Due versioni che, tuttavia, tornano.
“In realtà, solo una è suffragata dal processo penale, con sentenza passata in giudicato; da una perizia firmata dagli 11 più grandi periti internazionali in materia aeronautica; dal governo italiano che in Parlamento, attraverso il sottoscritto e con una sterminata documentazione, ha dimostrato che l’aereo venne abbattuto da una bomba. Le altre versioni sono di fantascienza, dagli americani, ai francesi, inglesi, libici, gli ufo, fino agli israeliani, che sono l’ultima novità. In tutti i Paesi del mondo quando i periti hanno accertato le ragioni tecniche di un incidente aereo, i magistrati cercano i responsabili. Solo da noi, una volta accertata la causa scientificamente – e cioè la bomba a bordo – si continuano a inventare stravaganti teorie politiche”.
Come Associazione per la verità sul disastro aereo di Ustica, quali sono i prossimi passi?
“Noi ci siamo opposti alla richiesta del Pubblico Ministero di archiviare le indagini. Noi vogliamo che continuino, vogliamo sapere chi ha messo la bomba a bordo dell’aereo e ha ammazzato 81 persone. Soprattutto, alla luce di tutto quello che è stato desecretato da due anni a questa parte, cioè tutto il carteggio da Beirut del colonnello Giovannone, che la mattina del 27 giugno 1980 avvertì che eravamo nell’imminenza dell’attentato. Ora le carte sono desecretate e sono nell’archivio di stato, ma su queste è calata una cortina di silenzio. Capisco la prudenza, ma non al punto di continuare a mettere in croce i generali dell’aeronautica e compromettere rapporti con Paesi amici con la balla della battaglia aerea”.


Torna alle notizie in home