Usa accelerano “partita Yemen”: distrutta una piattaforma Houthi
Si accelera il conflitto strisciante nello Yemen. L’esercito degli Stati Uniti ha affermato di aver distrutto una piattaforma per il lancio di droni in una zona dello Yemen controllata dai ribelli Houthi, nell’ambito dei bombardamenti contro il Paese in risposta agli attacchi del gruppo contro le navi nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden. Lo indica il Comando Centrale degli Stati Uniti (Centcom) in un breve comunicato pubblicato sul suo account sul social network X.
“È stato accertato che questa piattaforma rappresentava una minaccia imminente per gli Stati Uniti, le forze della coalizione e le navi mercantili nella regione”, ha affermato, prima di sottolineare che “queste azioni sono state effettuate per proteggere la libertà di navigazione e garantire che le acque internazionali siano più sicure”. Gli Houthi, che controllano le zone più popolate dello Yemen, hanno lanciato attacchi contro il territorio israeliano e contro navi a cui attribuiscono qualche tipo di rapporto con lo Stato ebraico, in seguito all’offensiva scatenata contro Gaza dopo gli attacchi compiuti il 7 ottobre dal Movimento di resistenza islamica (Hamas).
Gli Houthi hanno recentemente effettuato un attacco con droni sulla città israeliana di Tel Aviv che ha provocato la morte di una persona. In seguito, l’aeronautica israeliana ha effettuato una serie di bombardamenti contro la città portuale di Hodeida, descritta dalle autorità israeliane come un punto d’accesso per le armi inviate dall’Iran ai ribelli e, quindi, un “obiettivo militare legittimo”. I ribelli hanno anche attaccato navi americane e britanniche e altri mezzi strategici in risposta ai bombardamenti di questi Paesi contro lo Yemen, in un intervento che Washington e Londra basano sulla volontà di garantire la sicurezza della navigazione nel Mar Rosso, nel Golfo di Aden e l’Oceano Indiano.
Nei giorni scorsi, scalpore per un aereo italiano nell’area: “L’Italia ha un KC767 in volo in quella zona ma non per compiti di rifornimento in volo, ma per trasporto in combinazione con un C130 per la normale attività a Gibuti e Mogadiscio. Attività esclusivamente italiane”. Così su ‘X’ il ministro della Difesa Guido Crosetto aveva replicato a un post che mostra su una mappa la presenza di un aereo di rifornimento italiano vicino Hodeidah, il porto dello Yemen colpito dagli F-35 di Israele nell’operazione contro gli Houthi.
Sulla questione, c’è da una settimana circa l’invito Onu alla calma. António Guterres ha chiesto a tutte le parti di “esercitare la massima moderazione” dopo l’escalation che ha portato al raid israeliano sul porto di Hodeida nello Yemen. “Il segretario generale dell’Onu chiede a tutte le parti di evitare attacchi che possono colpire civili e infrastrutture civili”, si leggeva in un comunicato diffuso dal Palazzo di Vetro, in cui si ricordava che le notizie parlando di 3, 6 secondo altre fonti, di persone rimaste uccise nel raid israeliano e di almeno 87 feriti, e di danni considerevoli alle infrastrutture civili del porto yemenita controllato dagli Houthi. “Il segretario generale è profondamente preoccupato per il rischio di un’ulteriore escalation nella regione e continua a chiedere a tutti di esercitare la massima moderazione”, concludeva la nota.
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