Ucraina, Green Deal e migranti: il “vaste programme” di Ursula per il mandato bis
Trenta pagine, suppergiù, per chiedere al Parlamento europeo il mandato bis: tutte le priorità (elettorali) di Ursula von der Leyen. Dall’Ucraina alla difesa comune, dal Green Deal fino al commissario “all’equità generazionale” fino alla lotta all’immigrazione. La leader della Commissione prova a restare in sella con un programma che abbraccia, o ci prova, le urgenze e i temi di (quasi) tutti i partiti presenti a Strasburgo. Tranne, va da sé, i Patrioti di Orban, Le Pen e Salvini che sono stati isolati al punto da non poter contare neanche su una sola vicepresidenza all’europarlamento.
Si parte dagli investimenti. Sarà l’Ue degli investimenti, propone Ursula von der Leyen che presenta un piano di proposte per sburocratizzare l’Europa e per “semplificare, consolidare e codificare la legislazione per eliminare eventuali sovrapposizioni e contraddizioni mantenendo standard elevati”. Un occhio al “mosaico di normative nazionali” che andrà armonizzato per evitare che resti “complicato fare affari in diversi Paesi Ue”. E, dunque, la proposta di “un nuovo status giudicio europeo per aiutare le imprese innovative: una sorta di 28esimo regime per consentire alle imprese di beneficiare di una serie di norme più semplici”. Ma il miglior investimento per Ursula rimane l’Ucraina: “Il sostegno finanziario, politico e militare dell’Ue deve continuare per tutto il tempo necessario: utilizzeremo tutti gli strumenti a nostra disposizione anche attraverso il fondo europeo per la pace, lavorando su tutto dalle necessità immediate agli sforzi per la futura ricostruzione del Paese attraverso il fondo per l’Ucraina che sta combattendo per la libertà, democrazia e valori dell’Europa”. Dall’impegno ucraino ne consegue la fine dell’illusione della pace perpetue attraverso l’Ue. Che, anzi, dovrà iniziare a seguire le volontà del generale De Gaulle, armarsi per essere forte e indipendente: “E’ necessario lavorare con gli Stati membri per progetti di interesse comune nella difesa a partire da uno scudo aereo alla difesa cibernetica. Lavorerà con la Banca europea degli investimenti affinché possa contribuire al finanziamento e alla riduzione dei rischi dei progetti di difesa comune e innovazione”.
Von der Leyen ha proposto una serie di nuovi commissari. O meglio, di nuove deleghe. Una di queste riguarda il Mediterraneo che dovrà concentrarsi su “investimenti e partneriati, stabilità economia, creazione di posti di lavoro, energia, sicurezza” e naturalmente sulle “migrazioni”. A tal proposito, Ursula promette l’impegno a riflettere su “nuovi modi per contrastare la migrazione irregolare nel rispetto del diritto internazionale e garantendo soluzioni sostenibili ed eque per i migranti stessi: intensificheremo il nostro lavoro sui rimpatri, sulla prevenzione della migrazione illegale e sulla lotta al traffico di esseri umani: garantirò – s’è impegnata la politica tedesca – una maggiore trasparenza nei confronti del Parlamento europeo su tali accordi”. Barra dritta sul Green Deal, con l’impegno entro cento giorni a lanciare un piano per l’industria pulita e l’obiettivo di abbattere il 90% delle emissioni entro il 2040 “da inserire nella nuova legge europea sul clima”.
Quindi c’è il commissario ai giovani che diventerà “equità generazionale” e alla casa: “Dobbiamo garantire che le decisioni vengano prese oggi non danneggino le generazioni future e che vi sia una maggiore solidarietà e coinvolgimento tra persone diverse età. Per guidare questo lavoro, nominerò un commissario le cui responsabilità comprenderanno la garanzia dell’equità intergenerazionale”. Trenta pagine, dunque, per i punti del mandato bis di Ursula von der Leyen.
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