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LA GRANDE BELLEZZA – Una Modena moderna espone l’estetica del gusto

di Alessandra Iannello -


Per i buongustai l’Emilia-Romagna è il “place tobe” e non solo perché qui il palato gode ma anche perché in questa Regione il cibo fa cultura. Sono infatti più di 20 luoghi disseminati nel territorio che fanno rete sotto l’etichetta Musei del Gusto e che svelano la storia, la produzione e l’arte di alcune delle specialità alimentari più famose dell’Emilia-Romagna.
Aceto Balsamico, salumi, borlengo, Lambrusco non è il menu di una trattoria modenese, bensì il tema di alcuni dei Musei del Gusto che si possono visitare nella città cuore della Food Valley romagnola. Acetaia Giusti è la più antica casa produttrice di Aceto Balsamico di Modena al mondo. Fondata nel 1605 l’azienda è ancora oggi nelle mani dei rappresentanti della 17esima generazione di Giusti, quindi, dove meglio che in questo contesto poteva nascere un museo dedicato? Il Museo Giusti si trova alle porte di Modena, in un borgo agricolo di metà Ottocento completamente restaurato. Qui, si ripercorre la storia della famiglia e dell’Aceto Balsamico di Modena. Nelle prime sale del Museo sono esposti e raccontate le materie prime, botti e uve, gli strumenti utilizzati per la produzione dall’uva alla costruzione delle botti. Una sala in particolare racconta il ruolo dell’Aceto Balsamico all’interno delle famiglie che lo producevano: non solo un condimento ma un vero e proprio patrimonio, da tramandare come un lascito per gli eredi, un dono per i neonati, una dote per la sposa. Le sale del Museo al piano superiore sono dedicate alla storia della famiglia, agli aspetti più nobili del Balsamico di Modena Giusti e allo sviluppo commerciale di questo meraviglioso prodotto. L’esperienza si arricchisce anche con la visita alle antiche acetaie, all’interno delle quali sono custodite le centinaia di botti in cui viene affinato il Balsamico Giusti. Un’altra storia antica è quella dell’Antica Cantina Gavioli di Solara di Bomporto, fondata nel 1794 da Pietro Gavioli, Mastro Cantiniere dei Marchesi Molza, e da sempre produttrice di Lambrusco.
Oggi l’azienda si è trasferita a Nonantola e nei suoi spazi trova posto anche il Museo del Vino e della Civiltà Contadina e il Museo Sportivo. Il primo è un percorso che ripercorre la storia contadina delle campagne italiane ed europee, mentre il secondo racchiude i cimeli sportivi della famiglia Giacobazzi, proprietaria della Cantina. A Castelnuovo Rangono, a pochi chilometri dal centro città, c’ il MUSA, il museo dedicato alla salumeria. Questo spazio, voluto da una delle più antiche industrie di salumeria d’Italia, racconta l’intero processo produttivo, dal taglio delle carni, all’uso delle spezie, dalla tecnica del caldo e del freddo, alla legatura fino ad arrivare alla stagionatura. Infine, a Zocca, nell’Appennino modenese, c’è il Museo del Borlengo, cibo povero, i suoi ingredienti sono farina, acqua e sale, che fa parte della cultura e della tradizione della valle del Panaro fin dalla preistoria. In mostra, nel museo laboratorio, attrezzi e testimonianze per la preparazione dei borlenghi, comprese le sole (le padelle per la cottura).


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