Un nuovo pericolo naviga nel Mediterraneo: allarme in Istria per il pesce palla argenteo
La quiete della baia di Medulin, nel sud dell’Istria, è stata recentemente scossa da una scoperta inquietante. Due pescatori locali, durante una battuta in mare, si sono imbattuti in un esemplare davvero insolito: un pesce di oltre mezzo metro di lunghezza e 1,3 chilogrammi di peso. Inizialmente stupiti dalla cattura, i due hanno presto notato dettagli preoccupanti: l’animale si gonfiava come un palloncino argentato ed emetteva suoni metallici, mentre due denti affilati spiccavano minacciosamente dalla bocca.
Senza perdere tempo, i pescatori hanno fatto rotta verso la riva per affidare il misterioso esemplare agli specialisti dell’Università di Pola. Gli esami non hanno lasciato spazio a dubbi: si trattava di un Lagocephalus sceleratus, più noto come pesce palla argenteo, una specie altamente velenosa e originaria degli oceani Indiano e Pacifico. Da circa vent’anni questa creatura ha invaso il Mediterraneo attraverso il Canale di Suez, e la cattura nell’ottobre 2024 rappresenta il quarto ritrovamento documentato nell’Adriatico — il più settentrionale mai registrato finora.
Un veleno mortale e invisibile
La minaccia principale legata a questo pesce è la tetrodotossina, una neurotossina potentissima: appena una minuscola quantità può risultare letale per l’uomo, e nemmeno la cottura è in grado di neutralizzarla. Vari incidenti, alcuni mortali, si sono già verificati in paesi del Mediterraneo orientale, dove il pesce è ormai ben diffuso.
Purtroppo, il rischio di avvelenamento è spesso sottovalutato: chi non conosce la specie può scambiarla per un alimento pregiato. Tuttavia, l’ingestione può provocare paralisi respiratoria, collasso cardiovascolare e, nei casi più gravi, la morte.
Una minaccia che va oltre il veleno
Oltre al pericolo chimico, il Lagocephalus sceleratus rappresenta anche una seria minaccia fisica ed ecologica. Dotato di una potente dentatura a forma di becco, è in grado di rompere con facilità i gusci di crostacei e ricci di mare. Le sue mascelle robuste possono persino ferire gravemente gli esseri umani, arrivando in alcuni casi a causare amputazioni.
La sua presenza crescente nei pressi delle coste turistiche rende il pesce palla argenteo un rischio anche per i bagnanti e per l’industria turistica locale. Inoltre, come specie estremamente adattabile e invasiva, può compromettere la biodiversità marina: la sua dieta onnivora e la capacità di adattarsi rapidamente a nuovi ambienti stanno già mettendo in difficoltà numerose specie autoctone, alterando le catene alimentari consolidate.
Un’invasione silenziosa ma rapida
Dal suo primo avvistamento nel Mediterraneo nel 2003, il pesce palla argenteo si è propagato rapidamente in paesi come l’Egitto, la Grecia, Cipro e la Turchia. In Italia, la sua presenza è stata segnalata per la prima volta a Lampedusa nel 2013, seguita da ritrovamenti nel Canale di Sicilia, a Trani (2014) e a Briatico (2016).
La recente cattura in Istria indica che la specie ha ormai superato confini che finora sembravano proteggerci. Secondo i dati dell’ISPRA e del CNR, il Lagocephalus sceleratus è in piena espansione nel Mediterraneo.
Urgente una strategia di contenimento
Gli esperti sottolineano la necessità di una risposta immediata e coordinata. Monitorare attentamente la diffusione di questa specie, informare la popolazione sui rischi, e mettere in atto piani di gestione preventiva sono azioni fondamentali per salvaguardare la salute pubblica, proteggere la biodiversità e tutelare il settore della pesca e del turismo.
Senza un intervento rapido ed efficace, la presenza del pesce palla argenteo rischia di trasformarsi da minaccia emergente a problema cronico, con conseguenze gravi per il nostro mare e per le comunità costiere che da esso dipendono.
Torna alle notizie in home