Ambiente

Un hub del clima, il cambiamento colpisce l’Italia

di Angelo Vitale -

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Un hub del clima, l’Italia nel Mediterraneo è cartina di tornasole dei cambiamenti climatici. In uno scenario globale ove la priorità è il contrasto al climate change, la ragione imporrebbe ad ogni Stato di provare a dare il meglio, sperimentando da subito, con un’ampia attività di programmazione, policy di adattamento. Poi, quando verranno, ci saranno anche gli accordi internazionali – finora in affanno e al rallentatore – a fornire ispirazioni, linee guida, direttive. La pensa così Francesco Vincenzi, presidente dell’Anbi, l’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue che è frequente termometro di una situazione del Paese che non è solo idrica, considerati gli addentellati che al comparto si affiancano quando è necessario avere una visione d’insieme delle necessità complessive dell’Italia.

“Parlare di contrasto ai cambiamenti climatici ha detto Vincenzi al Festival del Pensiero Consapevole di Piacenza – è un’indispensabile prospettiva planetaria, ma con insufficienti risultati pratici ed immediati, dimostrandosi l’attuale impossibilità di efficaci accordi internazionali, stanti le forti disparità economiche e sociali fra Paesi. E’ fondamentale, quindi, concentrarsi sulle politiche di adattamento, consci che in discussione non è il futuro del Pianeta, ma quello delle prossime generazioni”.

A rendere convincente questa considerazione una recente analisi, quella del Rapporto Circonomia: “L’Italia è uno degli epicentri della crisi climatica globale, con una temperatura media cresciuta di quasi tre gradi rispetto al periodo pre-industriale – un aumento quasi triplo rispetto al dato globale – e nel 2022 ha superato la soglia dei 14 gradi”.

“Quest’anno – conferma il meteorologo, Alessandro Bruscagin, presente al recente salone Remtech di Ferrara – nel Nord-Ovest italiano si sono registrate temperature superiori di quasi 2 gradi alla media recente, mentre in Emilia Romagna le massime annue segnano +2,3 gradi, il trend dell’aumento termico sull’Italia è di 0,4 gradi ogni 10 anni. Ciò comporta un drastico cambiamento nella distribuzione delle precipitazioni, oggi più irregolari sia nello spazio che nel tempo”.

Cara a Vincenzi, la rappresentazione dello Stivale come hub del clima: “Se a questo quadro aggiungiamo le incognite legate alle eccezionali temperature che ancora si registrano nelle acque del mar Mediterraneo, abbiamo la percezione che l’uragano Daniel che ha sconvolto la Libia rischia di essere solo il prologo”. L’Osservatorio Anbi ricorda infatti che fino a luglio si sono già verificati 4 uragani mediterranei ed in Italia si registra una media 11 eventi estremi al giorno.

Urgenti, il via a policy di adattamento, afferma: “I Consorzi stanno realizzando opere per 2 miliardi, evidentemente insufficienti. Bisogna dare il via al Piano Idrico Nazionale per evitare pesanti conseguenze per l’economia: dal 2013 al 2021 si sono spesi 20 miliardi per riparare i danni post-emergenze, solo una parte minoritaria delle conseguenze negative. Nello stesso periodo sono stati spesi però solo 2 miliardi, un decimo, per interventi di prevenzione idrogeologica. E’ necessario invece aumentare la capacità di resilienza delle comunità con infrastrutture ecocompatibili e multifunzionali”.

Perché “per mettere in sicurezza il territorio nazionale servono 33 miliardi di euro. Tanti, ma 7 volte in meno di quanto sarà speso per riparare danni senza dare prospettive di sicurezza ad un disegno di sviluppo”.


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