Un fisco per amico
Un fisco amico per ricucire l’Italia. Che Giorgia Meloni sia una donna ambiziosa non è certo una novità. Che il premier si ponga obiettivi altissimi, lo è altrettanto. Così, nel videomessaggio che ha inviato ai commercialisti che si sono riuniti agli Stati generali di Roma, Meloni annuncia quella “riforma che l’Italia aspettava da cinquant’anni” e che “noi consideriamo fondamentale per rilanciare la crescita e creare un rapporto completamente nuovo tra lo Stato e il contribuente”. Non sarà facile. In prima battuta perché la pressione fiscale, in Italia, è tra le più alte d’Europa. Si pagano tasse come in una socialdemocrazia scandinava, in cambio di servizi che, come testimoniano le graduatorie Ue, sono al livello dei Paesi dell’Est ex-comunisti. Meloni però ci crede e traccia la rotta, nel segno della semplificazione e di una rimodulazione delle garanzie riconosciute a imprese e cittadini “contro un Fisco che troppo spesso è sembrato vessatorio”.
Il patto fiscale, nuovo. Così la presidente del consiglio ha presentato l’idea ai commercialisti, nominando, uno per uno, gli obiettivi che si pone: “Ridurre il carico fiscale premiare chi produce e lavora di più con una tassa piatta agevolata sugli incrementi di salario; sostenere chi investe e assume in Italia secondo il principio più assumi, meno tasse paghi, cioè più è alta l’incidenza di lavoro, di manodopera, in rapporto al fatturato e meno tassi devi allo Stato, perché più lavori crei e più aiuti lo Stato; e poi scrivere regole contabili chiare e certe per liberare le migliori energie della nostra Nazione e rendere più attrattiva l’Italia a livello internazionale per chi vuole investire e produrre in Italia”. Insomma, sgravi sulle assunzioni, una flat tax da estendere anche ai dipendenti, la detassazione di premi e straordinari, sburocratizzazione per attirare, in Italia, nuovi investitori e, soprattutto, per farci restare quelli che già ci sono.
Giorgia Meloni è consapevole di puntare molto in alto. “Certo, è un programma ambizioso però come si sa la determinazione non ci manca”, ammette chiedendo sostegno e aiuto ai commercialisti. Una richiesta che assume un significato particolare dopo il “caso” delle assenze (in particolare quella del deputato Fdi Andrea De Bertoldi, che ha dato forfait proprio per presenziare a un convegno di commercialisti a Palermo) a Montecitorio che hanno azzoppato il Def alla Camera. Quel che stato è stato. Meloni passa oltre e mostra aperture: “Ci auguriamo di continuare a vedervi al nostro fianco in questo percorso, così come avete fatto finora. Mi riferisco ai tanti contributi che avete proposto e che in molta parte sono stati accolti. Penso alla sospensione nel mese di agosto dell’invio degli atti di accertamento e allo spostamento dei termini di versamento che ricadevano nel periodo di pausa feriale in modo da rendere più sereno il rapporto tra Fisco, contribuenti e consulenti. Ricordo anche il graduale superamento dell’Irap per le associazioni tra professionisti così da dare un forte impulso alle aggregazioni professionali. Penso infine alla necessità di garantire una migliore proporzionalità del sistema sanzionatorio tributario per costruire un fisco più equo e capace di mettere, soprattutto chi è più in difficoltà, nelle condizioni di adempiere ai pagamenti senza ingiuste onerosità”.
Insomma, ce n’è di cose da fare. La Meloni ne è pienamente consapevole e, una volta di più, manda un messaggio di aiuto e di apertura ai commercialisti: “Il cammino per dare piena e concreta attuazione alla delega fiscale è solo all’inizio. C’è tanto lavoro da fare, ma sono certa che potremo contare sul vostro prezioso contributo. I professionisti hanno tutte le competenze necessarie per aiutare il decisore politico, affiancarlo nella definizione di norme spesso molto tecniche e nel processo di semplificazione della burocrazia, dove possibile, perché anche questo va fatto. Di questa capacità abbiamo bisogno per scrivere insieme un nuovo Patto fiscale per l’Italia e inaugurare una nuova era nei rapporti tra Fisco e contribuenti, e dunque tra Stato e cittadini, cioè ispirata alla reciproca fiducia e al riequilibrio dei rapporti. Sarà una sfida intensa ma sarà anche una sfida entusiasmante. Un tassello fondamentale per ridare nuovo slancio alla nostra Nazione”. Pace fatta? Di sicuro c’è la mano tesa di Giorgia: “A me piace pensare che siamo stati alleati fin qui, perché molte sono le cose che insieme siamo riusciti a fare per il bene di questa Nazione. E confido che saremo alleati anche in futuro”.
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