Un Capitano in Vaticano: così il basket a Roma può sognare in grande
Basket, Roma può sognare in grande. Quando la passione incontra l’identità e la tradizione, lo sport riesce a scrivere le storie più belle. In questi giorni la docuserie Rai “Scugnizzi per sempre” ha mostrato all’Italia intera la favola della Caserta degli anni ‘80/90, dal nulla allo scudetto tricolore con un mix di coraggio, calcolo e giovani di talento. E a Roma, dalle parti del Vaticano, c’è una realtà che lavora per scrivere un’altra sceneggiatura di successo, sempre nel basket. Dalla tradizione della Petriana, ex Oratorio di San Pietro, “la squadra del Papa” come è sempre stata conosciuta nel mondo romano della palla a spicchi, ad un futuro che chissà, potrebbe anche riportare la Capitale laddove il blasone e lo status, oltre ai tantissimi tifosi, vorrebbero che fosse.
Il tutto, proprio come nella Caserta degli anni d’oro, grazie ad un presidente visionario e ad un coach capace di trasformarsi in manager dopo essere stato un Capitano, “il” Capitano. Maurizio Zoffoli, il patron, già numero uno nella commercializzazione di accessori per telefonia cellulare, capitato per caso ai bordi di un campo di pallacanestro grazie ai figli Saverio e Adriele. E innamoratosi a tal punto di quel gioco pazzo, e della storia affascinante ma barcollante della Petriana, da profondere vagonate di energie e risorse (anche economiche) nel progetto di professionalizzazione di un ambiente che proprio non ne voleva sapere di uscire dall’aura del dilettantismo. E c’è riuscito anche grazie all’incontro con un simbolo dell’italica palla a spicchi, oltre che di Roma Capitale, come Alessandro Tonolli.
Nato in un piccolo Comune del Veronese, cresciuto a Mantova dove mentre frequentava le scuole medie l’invito di un allenatore lo portò dai campi di calcio dove provava a imparare a fare il terzino alla febbre per la palla a spicchi, trasferitosi ancora adolescente a Brescia dove aveva vinto nella squadra locale di basket il campionato di B2 e dove incominciava a sognare concretamente la serie A, Alessandro Tonolli arriva alla soglia dei suoi vent’anni a Roma quasi per caso e vi rimane 20 anni, contribuendo alla storia di una pallacanestro giocata ai massimi livelli, toccando e raggiungendo risultati importanti. Capitano, per tutti “Tonno” (“Non ricordo come sia nato questo soprannome, forse per i tifosi che trovavano più rapido così il modo di incitarmi, ma pure mia madre mi ha sempre chiamato così, se ci penso”), Tonolli oggi ha 49 anni e da un paio condivide nella Capitale, con Maurizio Zoffoli, l’impegno tenace a far ridiventare centrale il basket in una Roma che, durante tutti questi anni, si è trasformata. “Molto è cambiato – dice -, a partire da ciò che costituisce il quotidiano della passione dei più giovani, che hanno molte più distrazioni rispetto ai miei tempi”. Una grande città, pure, nella quale il tifo e i suoi numeri hanno sempre rincorso i match più importanti anche quando le stagioni erano le più fortunate.
Tonolli rifugge dal “sentirsi” nel 2023 ancora capitano, oggi che il suo ruolo è quello di allenatore della Virtus Roma 1960, nata quasi “per gioco” ai tempi della pandemia, “davanti ad uno spritz” con Zoffoli che deteneva il titolo di C Gold della Petriana. “Mattone dopo mattone” la costruzione di questo sogno, senza facili annunci e promesse di “fare presto” per l’ingresso in A. Ambizione da coniugare con l’equilibrio, la “volontà di mettere ogni tassello al posto giusto. La sostenibilità sul lungo periodo, l’attenzione al settore giovanile, l’interazione con il territorio e suoi attori, la creazione di un punto di riferimento che entri nel cuore della tifoseria per rimanerci. Il campo, sempre e soltanto come il riflesso del buon lavoro svolto fuori dal parquet.
“Volevamo riaprire un ciclo – spiega – e anno dopo anno, dal 2020, lavorando con lena ci siamo riusciti”. L’anno scorso con il successo sul quintetto del Ciampino, la promozione in B, quest’anno la preparazione, sempre venata da “determinazione e tenacia”, “per vincere” e fare sempre meglio: stavolta l’obiettivo è dichiarato con grande speranza. C’è una squadra costruita, intorno al riconfermato Giulio Casale, con l’ingresso di “tanti giovani di valore – aggiunge il coach -, Whelan, Giacomi, Petrucci, Valentini, Rocchi”.
E c’è una Capitale che Tonolli vuole contraccambiare “del tanto affetto che ho ricevuto”. Ora, il suo ruolo è quello di tenere conto, da allenatore e insieme con la società, anche dell’esigenza di far quadrare i conti, in uno sport ove “le risorse economiche contano sempre di più, lo sport non si fa con le figurine”. Un impegno quotidiano per far camminare insieme competenze e professionalità.
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