UN CALCIO ALLE PENSIONI
MATTEO RENZI SEGRETARIO ITALIA VIVA
di CRISTIANA FLAMINIO
Un calcio alla cultura e un altro alle pensioni. Matteo Renzi s’infuria e prende a pallonate il governo. La manovra non gli piace, per niente. Le scelte dell’esecutivo, se possibile, ancora di meno. E così si lancia in un tackle feroce contro il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, la premier Giorgia Meloni e il governo. Per l’ex presidente del consiglio è uno “scandalo”, forse il “più grande da quando sono in Parlamento” il fatto che, nella manovra, siano scomparse le risorse per la 18App, siano sparite voci di spesa a favore delle pensioni mentre invece siano apparsi aiuti, da quasi 900 milioni di euro, per le società di calcio.
La polemica è iniziata l’altra sera. Quando, col favore delle tenebre, come si sarebbe detto una volta o, più sportivamente, “in notturna”, la maggioranza avrebbe spostato spese e risorse in modo da trovare soldi da indirizzare alle squadre di Serie A. Matteo Renzi, in un tweet, ha lanciato il primo siluro dalla metà campo dell’opposizione alla porta del governo: “Per un mese hanno parlato solo del Pos e fanno marcia indietro. I soldi delle pensioni minime finiscono ai presidenti della Serie A: pazzesco”. Quindi si è lanciato in una percussione offensiva contro il diretto avversario, il senatore Fi Claudio Lotito, grande sponsor dell’emendamento più contestato di questa legge di bilancio: “Il governo Meloni taglia i soldi alla 18App e nella stessa legge regala soldi alla serie A. Le risorse destinate ai libri e alla cultura giovanile passano a Lotito & Company”. Quindi prova a far uscire la difesa del centrodestra dall’area: “Partiti, non solo di maggioranza, e grandi media: tutti zitti. Terzo Polo unico a fare opposizione. Spero che i parlamentari di maggioranza abbiano un sussulto di dignità, il Bilancio 2023 è davvero imbarazzante”.
Finita qui? Nemmeno per idea. Questa partita sulla manovra è lunghissima e non si sa nemmeno se finirà entro i tempi regolamentari. Renzi, passata la notte ma non la garra, è tornato, nella mattinata di ieri, a schioccare pallonate: “Quello che sta accadendo in queste ore è tecnicamente uno dei più grandi scandali cui ho assistito da quando sono in Parlamento”. Dunque, ha spiegato: “Azzerano i soldi per il 2023 alla 18App, non c’è un centesimo, così recuperano 230 milioni di euro. Cancellano i soldi per i giovani e la cultura e li mettono nelle societa di serie A, ai presidenti, indebitati, incapaci”. A Lotito fischiano le orecchie. “Nel resto del mondo il calcio funziona, qui anzichè regalare emozioni è il governo Meloni che regala emendamenti ai presidenti incapaci”. Seconda, anzi terza, entrata fallosa di Renzi al presidente della Lazio e senatore Fi. Dunque, Renzi lancia l’ultima bordata da fuori area: “230 milioni dei giovani vengono azzerati e 890 milioni vanno ai presidenti di serie A. Uno scandalo, uno schiaffo ai giovani, alla cultura, una marchetta alla serie A”. Dopo il suo video, la sua squadra, quella del Terzo Polo, si è lanciata in un tikitaka di accuse: “Hanno cancellato l’universalità di 18 app ma in compenso il miliardo per salvare le squadre di calcio ripianandone i debiti l’hanno trovato”, ha tuonato Raffaella Paita, presidente del gruppo Azione-Italia Viva in Senato: “Hanno preferito accontentare Lotito che investire nella cultura e nei giovani”. L’assist dal centro dell’emiciclo è così gustoso che perfino il M5s, solitamente “rivale” di Renzi & co, ci si butta a capofitto. Anzi, gli contesta la primogenitura della polemica più sportiva sulla manovra. Gaetano Amato, senatore pentastellato, punge: “900 milioni. A tanto ammonta il mancato incasso da parte dello Stato grazie all’emendamento che permette alle società sportive, in primis quelle della serie A di calcio, di spalmare nel tempo il dovuto, un bel regalo per i presidenti di società multimilionarie, come il senatore Lotito”.
Un calcio alla cultura e un altro alle pensioni. Matteo Renzi s’infuria e prende a pallonate il governo. La manovra non gli piace, per niente. Le scelte dell’esecutivo, se possibile, ancora di meno. E così si lancia in un tackle feroce contro il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, la premier Giorgia Meloni e il governo. Per l’ex presidente del consiglio è uno “scandalo”, forse il “più grande da quando sono in Parlamento” il fatto che, nella manovra, siano scomparse le risorse per la 18App, siano sparite voci di spesa a favore delle pensioni mentre invece siano apparsi aiuti, da quasi 900 milioni di euro, per le società di calcio.
La polemica è iniziata l’altra sera. Quando, col favore delle tenebre, come si sarebbe detto una volta o, più sportivamente, “in notturna”, la maggioranza avrebbe spostato spese e risorse in modo da trovare soldi da indirizzare alle squadre di Serie A. Matteo Renzi, in un tweet, ha lanciato il primo siluro dalla metà campo dell’opposizione alla porta del governo: “Per un mese hanno parlato solo del Pos e fanno marcia indietro. I soldi delle pensioni minime finiscono ai presidenti della Serie A: pazzesco”. Quindi si è lanciato in una percussione offensiva contro il diretto avversario, il senatore Fi Claudio Lotito, grande sponsor dell’emendamento più contestato di questa legge di bilancio: “Il governo Meloni taglia i soldi alla 18App e nella stessa legge regala soldi alla serie A. Le risorse destinate ai libri e alla cultura giovanile passano a Lotito & Company”. Quindi prova a far uscire la difesa del centrodestra dall’area: “Partiti, non solo di maggioranza, e grandi media: tutti zitti. Terzo Polo unico a fare opposizione. Spero che i parlamentari di maggioranza abbiano un sussulto di dignità, il Bilancio 2023 è davvero imbarazzante”.
Finita qui? Nemmeno per idea. Questa partita sulla manovra è lunghissima e non si sa nemmeno se finirà entro i tempi regolamentari. Renzi, passata la notte ma non la garra, è tornato, nella mattinata di ieri, a schioccare pallonate: “Quello che sta accadendo in queste ore è tecnicamente uno dei più grandi scandali cui ho assistito da quando sono in Parlamento”. Dunque, ha spiegato: “Azzerano i soldi per il 2023 alla 18App, non c’è un centesimo, così recuperano 230 milioni di euro. Cancellano i soldi per i giovani e la cultura e li mettono nelle societa di serie A, ai presidenti, indebitati, incapaci”. A Lotito fischiano le orecchie. “Nel resto del mondo il calcio funziona, qui anzichè regalare emozioni è il governo Meloni che regala emendamenti ai presidenti incapaci”. Seconda, anzi terza, entrata fallosa di Renzi al presidente della Lazio e senatore Fi. Dunque, Renzi lancia l’ultima bordata da fuori area: “230 milioni dei giovani vengono azzerati e 890 milioni vanno ai presidenti di serie A. Uno scandalo, uno schiaffo ai giovani, alla cultura, una marchetta alla serie A”. Dopo il suo video, la sua squadra, quella del Terzo Polo, si è lanciata in un tikitaka di accuse: “Hanno cancellato l’universalità di 18 app ma in compenso il miliardo per salvare le squadre di calcio ripianandone i debiti l’hanno trovato”, ha tuonato Raffaella Paita, presidente del gruppo Azione-Italia Viva in Senato: “Hanno preferito accontentare Lotito che investire nella cultura e nei giovani”. L’assist dal centro dell’emiciclo è così gustoso che perfino il M5s, solitamente “rivale” di Renzi & co, ci si butta a capofitto. Anzi, gli contesta la primogenitura della polemica più sportiva sulla manovra. Gaetano Amato, senatore pentastellato, punge: “900 milioni. A tanto ammonta il mancato incasso da parte dello Stato grazie all’emendamento che permette alle società sportive, in primis quelle della serie A di calcio, di spalmare nel tempo il dovuto, un bel regalo per i presidenti di società multimilionarie, come il senatore Lotito”.
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