Udine, il dramma delle tombe scomparse: “Nessun avviso, solo rabbia e dolore”
UDINE – Entrare in cimitero e non trovare più la tomba del proprio caro. Non un errore, ma una realtà che ha sconvolto i familiari di alcuni defunti sepolti nel cimitero di San Vito. Dietro l’amara scoperta, le procedure di esumazione ordinaria previste dal Comune, eseguite però senza alcun avviso diretto alle famiglie coinvolte.
A denunciare la vicenda sono Luigi Pellizzoni e i fratelli Roberto e Giovanna Simonetti: “Non ci hanno avvisato. Abbiamo scoperto tutto solo una volta arrivate sul posto. È inaccettabile.”
La rabbia dei familiari
Le spoglie esumate finiscono in una fossa comune, descritta dai cittadini come “un tombino anonimo, privo di qualsiasi riferimento”. Raffaella Palmisciano, figlia di Giovanna Simonetti, ha raccontato lo shock della madre: “Ha 80 anni. Quando ha visto che la tomba di suo padre non c’era più, è scoppiata a piangere. Come può il Comune non avvisare direttamente i familiari per una cosa tanto importante?”
Palmisciano accusa l’ente di insensibilità: “Per il censimento il Comune si è dato da fare, bussando alle porte e minacciando multe. E per i nostri defunti? Neppure una lettera. È una questione di rispetto e umanità.”
La fossa comune: “Un’umiliazione”
Luigi Pellizzoni ha definito la situazione “triste e incresciosa”. Per lui, il punto più doloroso è proprio la fossa comune: “Un anonimo quadratino di terra con un fiore di plastica. Nessun nome, nessun ricordo. È umiliante per i defunti e per noi che li amavamo. È davvero così difficile prevedere un elenco aggiornato dei nomi? Una comunità che non rispetta i suoi morti è destinata al fallimento.”
La risposta del Comune
L’assessore Rosi Toffano ha difeso l’operato dell’amministrazione, spiegando che la procedura segue il Regolamento di polizia mortuaria, approvato nel 2005. “Gli avvisi delle esumazioni sono stati pubblicati sul sito del Comune, all’Albo pretorio e presso l’ufficio del custode del cimitero. Per il campo comune ‘Z’, relativo ai defunti sepolti tra il 1993 e il 1996, l’avviso è stato esposto per oltre un anno.”
Toffano ha espresso dispiacere per l’accaduto, ma ha dichiarato che contattare direttamente i parenti dei circa 900 defunti coinvolti sarebbe stato logisticamente impossibile.
L’interrogazione in Consiglio
Palmisciano, consigliere comunale di opposizione, ha annunciato un’interrogazione sul tema: “Non si può ignorare il dolore delle persone. Con una semplice verifica all’anagrafe si potrebbero contattare i parenti. Questa vicenda non passerà sotto silenzio.”
La polemica è destinata a crescere, mentre la città si interroga sulla sensibilità con cui vengono trattati i suoi defunti.
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