Ucraina: Usa e Russia procedono spediti. Zelensky scaricato attacca Trump
Donald Trump accelera per mettere fine alla guerra in Ucraina. Dopo che i suoi inviati hanno incontrato quelli della Russia per la prima volta dal febbraio 2022, ha provveduto personalmente a dare il “benservito” a Volodymyr Zelensky.
Il leader ucraino è ormai all’angolo, forte solo del sostegno di un’Europa divisa, che a sua volta è stata esclusa dalle trattative di Riad. I segnali emersi nelle ultime 48 ore conducono dritti ad un accordo tra Washington e Mosca, con buona pace sia dei falchi che degli apprendisti negoziatori inconcludenti sparsi per l’Ue.
Il lavoro da fare non manca e il percorso non è brevissimo, ma la strada è stata tracciata dalle parti. Sarà istituito un “meccanismo di consultazione” in cui saranno discussi i problemi delle relazioni bilaterali al fine di normalizzarle. Verranno nominati inoltre “team di alto livello per iniziare a lavorare su un percorso che ponga fine al conflitto in Ucraina il prima possibile in modo duraturo, sostenibile e accettabile a tutte le parti” e “saranno gettate le basi per una cooperazione futura su questioni di reciproco interesse geopolitico e storico e su opportunità economiche e di investimento che emergeranno da una fine positiva del conflitto in Ucraina”, è scritto a chiare lettere in una nota del dipartimento di Stato americano.
Nella giornata di ieri ha parlato anche il presidente russo Vladimir Putin. Il capo del Cremlino ha accolto favorevolmente i colloqui in Arabia Saudita tra i capi della diplomazia russa e americana, affermando che si tratta di un “primo passo” verso il ripristino delle relazioni tra le due potenze.
“È impossibile risolvere molte questioni, tra cui la crisi ucraina, senza aumentare il livello di fiducia tra Russia e Stati Uniti, ha dichiarato Putin, rispondendo alle domande dei giornalisti a San Pietroburgo”.
Significativo il passaggio sulla presenza dei rappresentanti ucraini ai futuri tavoli: “Per quanto riguarda il processo negoziale, mi è stato detto dal presidente Trump in una conversazione telefonica, posso confermarlo, che naturalmente gli Stati Uniti presumono che il processo negoziale si svolgerà con la partecipazione sia della Russia che dell’Ucraina. Nessuno esclude l’Ucraina da questo processo”.
Bordata ai leader europei, accusati di avere “effettivamente interferito direttamente nel processo elettorale negli Stati Uniti, arrivando al punto di insultare direttamente uno dei candidati”. Elogiata “la moderazione” di Trump “nei confronti dei suoi alleati”, che a suo avviso si sarebbero comportati “in modo rozzo”.
Vladimir Putin ha fatto sapere infine che “vorrebbe incontrare il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, ma è necessaria una preparazione”. “Quanto tempo ci vorrà, non sono pronto a rispondere ora. Ma abbiamo il desiderio di tenere un incontro di questo tipo”, ha sottolineato. Sul faccia a faccia tra i due leader, è arrivata una precisazione da parte del portavoce presidenziale Dmitry Peskov: potrebbe avvenire prima della fine di febbraio.
Per il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, Trump è “un politico totalmente indipendente” e “una persona abituata a parlare direttamente”. “Tali persone, ha continuato Lavrov, in genere non nascondono le loro opinioni riguardo individui patetici come il signor Zelensky”.
Il tycoon ha definito Zelensky un pessimo negoziatore, “grossolanamente incompetente”. Usa e Russia sembrano concordare sulla necessità che in Ucraina si svolgano elezioni, dal momento che il mandato di Zelensky è scaduto a maggio scorso.
Trump è stato molto diretto con i giornalisti a Mar-a Lago: “Siamo in una situazione in cui in Ucraina non abbiamo avuto elezioni, dove abbiamo la legge marziale, dove il leader, cioè, odio dirlo, ma è sceso al 4% di popolarità, e il Paese è stato fatto a pezzi”. Anche gli ucraini “sono stanchi” delle morti, “la gente vuole vedere che accada qualcosa”, ha chiosato il repubblicano.
Zelensky ha contrattaccato, incolpando gli Stati Uniti di aver “aiutato Putin a rompere anni di isolamento”.
“All’Ucraina servono proiettili, non schede elettorali”. Così in un post su Facebook Ruslan Stefanchuk, capo della Verchovna Rada, il Parlamento ucraino. “Inventare la ‘democrazia’ sotto attacco non è democrazia, ma una farsa il cui principale beneficiario è al Cremlino”, ha rincarato la dose Stefanchuk, confermando “pieno sostegno” al presidente Volodymyr Zelensky, suo compagno di partito.
“L’Ucraina non rinuncia alla democrazia. Ma le elezioni saranno possibili solo dopo la fine della legge marziale” ha proseguito, chiedendo “armi, sanzioni e sostengo deciso”. Perché, “questo è quello che fermerà la guerra e consentirà all’Ucraina di celebrare elezioni nel modo in cui dovrebbero essere celebrate in una vera democrazia”.
Il presidente francese Emmanuel Macron ha convocato per oggi alle ore 11 all’Eliseo i leader dei principali partiti politici transalpini per fare il punto sull’Ucraina e la sicurezza dell’Europa. Dopo il fallimentare formato allargato, punta su quello ristretto.
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