Ucraina, salta il vertice di Londra. Trump attacca Zelensky
I colloqui a Londra sull’Ucraina a livello di ministri degli Esteri sono saltati, perché poche ore prima dell’inizio dei lavori la delegazione ucraina ha insistito per voler discutere solo di una tregua di 30 giorni e non della proposta di pace ultimativa messa a punto dall’Amministrazione Trump che prevede, fra l’altro, il riconoscimento Usa dell’annessione della Crimea. Alla luce del dietrofront di Kiev, il segretario di Stato Marco Rubio ha deciso di disertare la riunione.
La bozza, ha spiegato il vice presidente americano JD Vance, è stata presentata “sia ai russi che agli ucraini, e ora tocca a loro dire sì o gli Stati Uniti lasceranno questo processo”.
“Ci siamo impegnati in una straordinaria quantità di diplomazia, di lavoro sul campo, abbiamo davvero cercato di capire le cose sia dal punto di vista degli ucraini che dei russi – ha aggiunto Vance – E credo che abbiamo messo insieme una proposta molto equa. Naturalmente questo significa che sia gli ucraini che i russi dovranno cedere parte del territorio che possiedono attualmente”.
“I colloqui proseguono a livello di funzionari”, si è affrettato a precisare il ministero degli Esteri britannico, a disastro ormai avvenuto. Dopo il forfait di Rubio, sono arrivati anche quelli dei ministri di Germania e Francia.
Donald Trump ha attaccato Volodymyr Zelensky, affermando che le sue dichiarazioni riguardo alla non disponibilità di riconoscere il controllo russo sulla Crimea “mettono a rischio i negoziati con la Russia”.
In un post su Truth, il presidente americano ha sottolineato che la penisola affacciata sul Mar Nero, “che è andata persa anni fa sotto gli auspici del presidente Barack Hussein Obama, non è neanche un punto di discussione”.
“Nessuno chiede a Zelensky di riconoscere la Crimea come territorio russo ma se voleva la Crimea perché non hanno combattuto per 11 anni invece di cederla senza sparare un colpo?”, ha proseguito il tycoon, ricordando che l’area ospitava, “da molti anni prima della cessione di Obama”, importanti basi di sottomarini russi.
Pesante la “stoccata” finale al presidente ucraino: “Sono le dichiarazioni incendiarie come quella di Zelensky a rendere così difficile risolvere questa guerra”.
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