Ucraina, da lunedì via ai negoziati tecnici sulla tregua. Ma manca l’ok della Russia
I negoziati tecnici sulla proposta di una tregua di 30 giorni nel conflitto in Ucraina, concordata da Washington e Kiev, ma non ancora accettata da Mosca, inizieranno la prossima settimana, fra il 17 e il 23. A renderlo noto è stato Andriy Yermak, capo di gabinetto del Presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, dopo l’intesa raggiunta a Gedda.
“Dopo questo incontro, la chiave è in mano russa. E il mondo intero vedrà chi davvero vuole la pace e chi ne parla solamente. Ma dato che le trattative sono ancora in corso, non voglio parlare di dettagli”, ha aggiunto Yermak precisando che al tavolo in Arabia Saudita sono state esaminate diverse opzioni.
Per l’uomo ombra di Zelensky ci saranno garanzie di sicurezza che “prevengano inequivocabilmente future aggressioni di qualsiasi tipo”. La questione è stata affrontata sia con gli americani che con gli europei: “Sappiamo perfettamente di cosa abbiamo bisogno. E anche i nostri partner americani lo capiscono. Discutono della questione con piena consapevolezza. I colloqui stanno andando avanti. Oggi abbiamo fatto un passo molto importante, ma c’è ancora molto lavoro da fare”.
Il Segretario di Stato americano Marco Rubio ha dichiarato che nella monarchia del Golfo si è parlato di possibili “concessioni territoriali” da parte dell’Ucraina nell’ambito di un accordo con la Federazione russa. L’amministrazione Trump ha più volte affermato che entrambe le parti belligeranti dovranno scendere a compromessi per raggiungere un’intesa che conduca alla pace, definendo “irrealistico” l’obiettivo ucraino di ripristinare i confini precedenti al 2014.
L’Ucraina “non riconoscerà come territorio russo i territori occupati”, ha ribattuto Volodymyr Zelensky nel corso di una conferenza stampa, spiegando che “questa è la linea rossa più importante. Non lasceremo mai che nessuno dimentichi questo crimine contro l’Ucraina”. Il presidente ucraino ha rimarcato che “questa è la nostra lotta per l’indipendenza” e “la nostra gente sta combattendo per questo. Nessuno lo dimentica”.
L’ex comico si aspetta “un’azione forte” dagli Stati Uniti se la Russia non dovesse accettare la proposta di una tregua di 30 giorni. Gli altri partner dell’Ucraina avrebbero promesso misure di questo tipo nel caso in cui dovesse profilarsi uno scenario simile.
Il Cremlino non esclude che possa nascere l’opportunità di una conversazione telefonica “di alto livello”, quindi tra i presidenti Putin e Trump: “Se si presenterà questa necessità sarà organizzata molto rapidamente”, ha detto Dimitri Peskov, portavoce del presidente russo. Dall’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca è stata confermata una sola telefonata tra i due capi di Stato, lo scorso 12 febbraio, per analizzare le condizioni per una cessazione delle ostilità in Ucraina.
Le truppe russe stanno avendo la meglio sul campo di battaglia. “La dinamica nel Kursk è positiva. Le informazioni dei nostri militari indicano che le nostre forze stanno avanzando con successo nella regione, liberando le zone che erano sotto il controllo dei militanti (ucraini, ndr)”, ha confermato Peskov.
Putin terrà dei colloqui con il suo omologo bielorusso Alexander Lukashenko oggi, in occasione della visita di Lukashenko nella capitale russa. Si tratta il primo viaggio all’estero di Lukashenko dopo la sua rielezione a presidente.
“Saranno discussi aspetti chiave dell’ulteriore sviluppo del partenariato strategico bilaterale e dell’alleanza tra Russia e Bielorussia, prospettive di integrazione nello Stato dell’Unione e argomenti attuali nell’agenda globale”, ha fatto sapere l’ufficio presidenziale russo. Una serie di documenti congiunti dovrebbero essere firmati alla fine del faccia a faccia tra i due alleati.
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