Esteri

Uccise un polacco nel ’74: condannato cinquant’anni dopo agente della Stasi

di Eleonora Ciaffoloni -


Dieci anni di carcere da scontare per l’omicidio di un cittadino polacco che tentava di fuggire verso l’Occidente: è questa la sentenza che è arrivata nella giornata di ieri nei confronti di Martin Naumann, l’80enne ex agente della polizia segreta della Germania Est, la Stasi. Una condanna che arriva cinquant’anni dopo l’omicidio, avvenuto nella zona del checkpoint di Friedrichstrasse di Berlino nel 1974, dove l’allora 38enne Czesław Kukuczka stava cercando di attraversare il confine, per una nuova vita verso gli Stati Uniti. Vita che invece è finita proprio lì, su quella linea al confine della Germania divisa per mano dell’ufficiale della Stasi. A quel tempo, Naumann aveva 31 anni e l’azione comandata dai piani alti della Stasi, secondo il giudice Bernd Miczajka, era stata pianificata e eseguita con “estrema freddezza”. Si tratta di una sentenza storica visto che Naumann è il primo ex ufficiale della Stasi ad essere condannato per omicidio.

Condannato un ex agente Stasi: il processo e le testimonianze

Il processo nei confronti dell’agente è stato avviato grazie a nuove informazioni emerse nel 2016 da storici tedeschi e polacchi, che hanno trovato documenti negli archivi e testimoni che collegavano Naumann all’omicidio. L’accusa per lui aveva chiesto 12 anni, mentre la difesa aveva chiesto l’annullamento del processo per mancanza di Prove.

Kukuczka è una delle circa 140 persone uccise tra il 1961 e il 1989 mentre cercavano di scappare dalla Germania Est: in quella primavera del 1974 il polacco tentò di fuggire inscenando un attacco nell’ambasciata polacca di Berlino Est, cercando di ottenere un visto. La Stasi lo ingannò, facendogli credere che il visto fosse stato concesso, ma Naumann lo colpì a morte con una pallottola alla nuca a un passo dalla libertà. A riconoscerlo come killer sono state tre ragazze, studentesse della Germania Ovest che si trovavano “in gita” nel territorio dell’Est.


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