Ambiente

Uccisa in Abruzzo l’orsa Amarena

di Angelo Vitale -


Uccisa in Abruzzo l’orsa Amarena. “La sua soppressione è un fatto di una gravità inaudita che ci riempie di dolore. L’uccisione a fucilate di un’orsa buonissima, amata da tutta la popolazione va purtroppo inserita in una stagione di odio e di paura ingiustificata contro i grandi carnivori, fomentata da certa politica, che attraversa incredibilmente il Paese da nord a sud”. Lo ha dichiarato in una nota Carla Rocchi, Presidente Nazionale dell’Enpa.

“Amarena era un simbolo – ha aggiunto Rocchi – un’orsa accettata da tutta la comunità del Parco, un esempio di sana e rispettosa convivenza tra uomo e animali selvatici. Una mamma, tra l’altro, con cuccioli. Contro l’autore di questo terribile biocidio Enpa presenterà questa mattina denuncia per uccisione di animali e si costituirà parte civile chiedendo il massimo della pena. Ma occorre rendere adeguata ai tempi la norma sul bracconaggio: le pene per i bracconieri sono insufficienti. Per questa ragione occorre immediatamente mettere mano alla norma e inasprire le pene: il bracconaggio deve diventare un delitto e prevedere sicuramente il carcere”.

E ancora: “Basta con questo clima diffuso di odio e di paura contro i grandi carnivori, primi fra tutti orsi e lupi. Gli insopportabili provvedimenti ammazza-orso del Trentino e la volontà di dare mano libera agli amministratori locali nella condanna a morte di orsi e lupi, in queste ore riecheggiano tristemente nelle valli dell’Abruzzo: solo ipotizzare di uccidere un selvatico perché lo si ritiene dannoso o pericoloso significa avallare culturalmente la possibilità (o peggio la necessità) di premere il grilletto”. Infine, l’Enpa ringrazia le “Guardie del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise e ai Carabinieri che sono subito intervenuti sul posto e identificato lo sparatore. Siamo vicini al Parco, ai suoi dirigenti e alla sua comunità per questo che è un vero lutto anche per tutti noi”.

“La notizia dell’uccisione a colpi di fucile dell’orsa Amarena – commenta il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio – rappresenta un atto gravissimo nei confronti dell’intera Regione che lascia dolore e rabbia per un gesto incomprensibile. In tutti questi anni le comunità fuori e dentro ai parchi hanno sempre dimostrato di saper convivere con gli orsi senza mai interferire con le loro abitudini”.

Mai un orso ha rappresentato in Abruzzo un qualunque pericolo per l’uomo, neanche quando si è trovato a frequentare i centri abitati. L’atto violento compiuto nei confronti del plantigrado non ha alcuna giustificazione. Confidiamo nelle indagini che sono state avviate dalle forze dell’ordine e dai vertici del parco, che hanno già individuato il responsabile, affinché la giustizia faccia il suo corso. Sono pronto a costituire la Regione come parte civile contro questo delinquente per tutelare l’immagine e l’onorabilità della nostra gente. Invito le comunità locali e tutti i turisti a continuare ad osservare tutte le norme prescritte affinché gli animali presenti sul territorio possano vivere indisturbati nel loro habitat”, ha concluso Marsilio.

 


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