Tutti gli appalti di casa Soumahoro
Migranti, vittime della tratta sessuale, ucraini in fuga dalla guerra. È su questa umanità che si sono concentrati gli affari della famiglia del deputato di sinistra Aboubakar Soumahoro. Attività che, finora, hanno porta nelle casse della coop Karibu, fondata dalla suocera di Soumahoro, Maria Therese Mukamitsindo, quasi 65 milioni di euro.
LA CERTIFICAZIONE
È la stessa presidente della cooperativa sociale di Sezze, gestita fino al 17 ottobre scorso anche dalla moglie del parlamentare Liliane Murekatete, a dettagliare il fiume di contributi pubblici incassati nel corso degli anni, in un documento presentato al ministero dell’Interno per il programma Amif 2014-2020, il fondo Asilo, Migrazione e Integrazione, gestito dalla Commissione Europea e volto a migliorare l’approccio ai fenomeni migratori nel rispetto dei diritti dei cittadini europei ed extra-europei. Una domanda di ammissione al finanziamento in cui sono rendicontati ben 63 milioni 645mila euro di incassi della Karibu per le sue attività di accoglienza dei rifugiati e l’integrazione sociale dei migranti. La somma più cospicua che compare nel documento è il pagamento di 25 milioni di euro, in sei anni, versati dal ministero dell’Interno per il bando “CAS- Centri di Accoglienza Straordinaria Bando Prefettura” di un totale di 500 milioni, vinto da Karibu come soggetto singolo, quindi senza alcun partenariato, per “l’emergenza migranti richiedenti protezione internazionale – progetto di accoglienza, servizi per l’alloggio, tutela socio-legale, aiuto psicologico, assistenza e orientamento legale”, scrive Mukamitsindo nel prospetto delle azioni per le quali era stata finanziata tra il 2013 e il 2019. Dal 2004 al 2019, invece, la coop della suocera di Soumahoro ha intascato ben 30 milioni da due progetti Sprar per accogliere i rifugiati a Sezze e a Roccagorga. In questo caso la società si è presentata come partner del progetto. Dal 2014 al 2019, quindi un lasso di tempo di 5 anni, Maria Therese ha ottenuto 5 milioni, un milione l’anno dunque, per i richiedenti protezione internazionale e rifugiati nello Sprar di Monte San Biagio. Un altro milione e 386mila euro sono confluiti in due anni, tra il 2019 e il 2021, sotto la voce “Prima il lavoro -On 2- Integrazione/Migrazione legale – Autorità Delegata – PRIMA: Progetto per l’Integrazione lavorativa dei Migranti”. Si tratta del fondo FAMI del ministero dell’Interno e di quello del Lavoro, al quale la coop della suocera di Soumahoro ha partecipato in collaborazione con l’Anci, con un prospetto per un totale di 2 milioni 349mila euro.
IL CAPORALATO
Non solo migranti, ma anche lotta al caporalato, il tema tanto caro ad Aboubakar. Così Mukamitsindo, nel 2019, partecipa a “Caporalato no grazie” e prende un milione di euro per orientamento, assistenza e mediazione per cittadini “di paesi terzi regolarmente soggiornanti sul territorio italiano, vittime o potenziali vittime di sfruttamento lavorativo”. Maria Therese, con un passato di donna in fuga dal Ruanda arrivata in Italia con i suoi figli, non poteva non pensare anche alla vittime di tratta a scopo sessuale. Il contributo, tra il 2016 e il 2019, è finanziato dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio, che versa nelle casse della Karibu 104.593 euro. Ci sono poi una sfilza di importi per tutta una serie di attività che coinvolgono la cooperativa di Sezze in formazione di dipendenti Italpol, in aggiornamento degli imprenditori del turismo, in percorsi di istruzione formativa per artigiani. Voci in bilancio che spaziano da 125mila euro a 50mila e che man mano concorrono a raggiungere quegli oltre 63 milioni riportati nel prospetto per l’ammissione ai contributi Amif 2014-2020. Per Amif 2021-2027 la Karibu, il 15 aprile 2021, otterrà oltre un milione di euro. A questi vanno aggiunti gli ultimi progetti presentati da Mukamitsindo, stavolta sia per Karibu che per Consorzio Aid di cui è presidente la cognata di Soumahoro Aline Mutesi, alla Regione Lazio, che il 3 giugno 2022, con determinazione numero G07165, eroga un finanziamento del valore complessivo di 1 milione 151mila euro in favore delle due coop e di altre due del territorio, Ninfea e il Quadrifoglio, per l’inclusione nel mondo del lavoro degli ucraini in fuga dalla guerra. Infine, negli atti inviati all’Interno, c’è un dettaglio: tra i documenti allegati alla richiesta c’è la scheda antimafia di Murekatete. La moglie del deputato, all’epoca, compariva ancora nell’organico della coop, ora sotto la lente della Finanza per malversazioni di erogazioni pubbliche sull’accoglienza dei migranti.
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