Torino

Tutte le criticità e le sfide della sanità piemontese

di Redazione -


Vai alla conferenza stampa di presentazione della nuova Giunta del Piemonte, quella che il ri-presidente Alberto Cirio ha combinato a tempo di record, e ti aspetti il solito cerimoniale e sai anche che non ci sarà chissà quale novità perchè, tutto sommato, si veleggia in mare tranquillo.

Fra i motivi di interesse il nuovo assessore alla Sanità, il giovane Federico Riboldi (nella foto), che facendo la gavetta politica in quel di Casale Monferrato ne è divenuto via via un esponente di rilievo fino a ricoprire la carica di sindaco. Un assessorato, il suo, di gran peso, tanto da aver indotto suoi colleghi di partito a rinunciare alla carica: troppi oneri e gli onori non sono per nulla certi, anzi.

A margine della conferenza stampa ti racconta progetti e priorità, risponde alle tante domande dei giornalisti finchè qualcuno gli chiede cosa pensa dei Centri di Aiuto alla Vita introdotti nei consultori. Ed è lì che esce una bella storia.

Bella storia

Il neo assessore infatti, risponde raccontando di sé stesso, in modo inaspettato: “Sono per la piena applicazione della legge 194 ma devo anche anche raccontare la mia storia personale che mi fa sentire parte in causa e mi porta ad essere straordinariamente vicino a questa tematica.

Io sono uno di quei bambini che è stato dato in adozione appena nato da una madre che aveva deciso di fare questa scelta. E’ accaduto nel 1986 quando ancora di questo tema non si parlava. E quindi sono grato a chi ha indicato alla mia madre naturale la possibilità di dare il bambino in adozione come alternativa all’aborto”.

Insomma, un po’ ti spiazza e non riesci a non pensarci: sto parlando con una persona che poteva non esistere e invece è qui e, nel caso di specie, fa l’assessore alla Sanità. A volte come vanno le cose della vita.

Certo una situazione intima e coinvolgente che Riboldi padroneggia però da politico di mestiere: “E’ tuttavia chiaro che sui temi etici non ci si può far condizionare dalla propria storia personale: penso che la primazia su questo argomento sia delle donne e vada assolutamente rispettata. Quindi credo che nei consultori debbano esserci voci diverse ma sempre nel rispetto della volontà e dei diritti delle donne”.

La medicina del territorio

Altri temi sono ovviamente affrontati: la medicina di territorio prima di tutto. “In passato la medicina di territorio è stata considerata una sorta di medicina di serie B invece è esattamente ciò che consente a tutto il sistema di lavorare bene: non c’è pronto soccorso che funzioni senza la medicina del territorio alle spalle che consente di alleggerire l’opera di chi lavora in emergenza, anzi colgo l’occasione per dire un grande grazie alle persone che tramite la medicina del territorio hanno permesso di affrontare questi anni difficili”.

I pronto soccorso ai privati

E poi i pronto soccorso ai privati: “Il primo pronto soccorso ai privati è stato dato dalla giunta Chiamparino faccio un po’ fatica a dimostrare una politica in continuità con le politiche del centro sinistra tuttavia laddove l’interazione tra la sanità pubblica e la sanità privata permette di accorciare le liste di attesa, migliorare i servizi, snellire la burocrazia e dare prestazioni migliori mi troverete d’accordo”.

Liste d’attesa e Pnrr

Non manca il tema dei temi, in materia di Sanità, ovvero le liste di attesa: “Le priorità sono le liste d’attesa, la ricognizione dei fondi per il Pnrr , la ricognizione dei fondi per edilizia, il coinvolgimento di fondazioni e organizzazioni di charity per poter andare più a fondo sulle classi più deboli. Penso in particolare alla odontoiatria e all’oculistica, ancora precluse a vaste fasce di popolazione”.

La questione assunzioni e l’intramoenia

Infine la questione delle assunzioni: dopo tanti anni di tagli, afferma Riboldi, questa è la Regione che ha dato il maggior mandato per nuove assunzioni. C’è necessità di rimpinguare le fila oggi ancora un po’ scarse del personale sanitario e di valorizzare le personalità. Serve anche una grande collaborazione con le università perché questa situazione non si presenti neanche nel futuro. Nel frattempo i gettonisti servono ma solo come sostituzione e non come regola.

Così pure a proposito dell’intramoenia che ha senso se serve a valorizzare delle risorse ma non va bene se diventa sostitutivo del servizio pubblico.

Tanti progetti e tante aspettative, quindi , per un assessorato difficile.

Ma almeno si comincia con una bella storia.

Patrizia Corgnati (lineaitaliapiemonte.it – ilTorinese.it)


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