Attualità

Turismo sanitario: se gli italiani vanno all’estero per curarsi

di Angela Arena -


Negli ultimi anni sono molti gli italiani a recarsi all’estero per curarsi generando un fenomeno crescente, ovvero quello del turismo sanitario. Sarebbero circa 350mila gli italiani che, per varie ragioni, si recherebbero oltre i confini nazionali per ricevere un’adeguata assistenza medica.

Le mete del turismo sanitario

Come evidenziato dal portale Care, tra i Paesi più gettonati in virtù delle eccellenze sanitarie e delle moderne infrastrutture, nonché per un costo della vita più contenuto, vi sarebbero la Polonia, la Romania, l’Ungheria e la Croazia, e fuori dall’Ue, sembrano in crescita Brasile, Messico e Turchia che si avvalgono di alcune specializzazioni e di interventi statali volti proprio ad aumentare l’indotto turistico, con un abbattimento delle tasse per ricoveri e prestazioni sanitarie specialistiche. In particolare, gli interventi volti alla lotta alla calvizie trovano in Turchia il luogo di elezione: nel 2023, si è recato un milione di persone da tutto il mondo per rinfoltire la propria chioma ad un costo inferiore del 50% rispetto ad altri Paesi europei. Per le cure odontoiatriche, invece, i Paesi prescelti dal 4% degli italiani sono quelli dell’est europeo, come emerge da un sondaggio dell’istituto Ispo, commissionato dall’Associazione nazionale dentisti italiani. Leader mondiale nella chirurgia estetica, con un milione e mezzo di operazioni l’anno è il Brasile: secondo gli ultimi dati forniti dall’American Society for Aesthetic Plastic Surgery le procedure di aumento e miglioramento estetico dei glutei sono salite del 61% in 5 anni, coinvolgendo sempre più uomini.

Anche in Italia, nel 2022, il mercato estetico ha sfiorato i 14 miliardi di dollari di fatturato, in un contesto dove le interminabili liste d’attesa e la mancanza di posti letto per i ricoveri, nonché, la drammatica fuga all’estero anche dei nostri professionisti, abbiano condotto al collasso il nostro Sistema Sanitario Nazionale. A risentirne maggiormente, secondo il rapporto Svimez 2024 sarebbero i pazienti meridionali: nel 2022, dei 629 mila migranti sanitari, il 44% era residente nel Mezzogiorno. Sempre nello stesso anno, i pazienti che dal sud Italia si sono recati al nord per ricevere cure in SSR causate da patologie oncologiche sono stati 12.401, laddove, solo 811 pazienti del Centro-Nord, ovvero, lo 0,1% totale, hanno fatto il viaggio inverso. Tutto ciò avviene in un Paese come il nostro, dove è lo stesso ordinamento giuridico all’articolo 32 della Costituzione, a garantire il diritto alla salute di tutti, senza distinzioni di sesso, età, condizione sociale o tanto meno provenienza geografica.


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