Economia

Quanto valgono Trump e la tregua a Gaza per il Pil italiano

di Giovanni Vasso -


L’insediamento alla Casa Bianca di Donald Trump potrebbe valere, all’Italia, un poderoso aumento fino a 28,5 miliardi di Pil. Lo assicura il Centro Studi di Conflavoro secondo cui, con l’arrivo del tycoon alla guida degli Stati Uniti e, contestualmente, con la tregua sancita tra Israele e Hamas a Gaza, per l’Italia si aprirebbero scenari più che positivi (anche) sotto gli aspetti economici. I numeri diffusi da Conflavoro parlano di un aumento, possibile, del Pil nell’ottica dell’1,38% che, a sua volta, potrebbe portare a un ulteriore aumento dell’occupazione “con 75mila nuovi posti di lavoro stimati per il 2025”. A beneficiare maggiormente dell’impatto Trump-Gaza sarebbero due settori su tutti: manifattura ed export che potrebbero ambire ad aumentare il loro fatturato di circa 15 miliardi e a procedere, quest’anno, a 35mila nuove assunzioni. Subito dopo c’è il comparto energetico, i cui maggiori affari sono stati stimati in circa sette miliardi a cui andrebbero ad aggiungersi fino a 20mila nuovi lavoratori da assumere. Un importante effetto tonificante sarebbe sentito anche dal comparto edile e delle costruzioni (più 4 miliardi e diecimila posti di lavoro). Infine ci potrebbero essere sviluppi molto interessanti anche per le aziende italiane dell’hi-tech e dell’innovazione (1,5 miliardi e 6mila assunzioni) e del turismo (un miliardo di fatturato in più e 4mila nuovi posti di lavoro). Sandro Susini, direttore del centro studi Conflavoro, ha spiegato, nel dettaglio, quale sarebbe l’apporto dell’una e dell’altra circostanza geopolitica: “Grazie alla nostra lunga tradizione di rapporti economici, politici e culturali con il Medio Oriente, l’Italia è ben posizionata per beneficiare della stabilità politica nella regione. La tregua di Gaza potrebbe infatti generare 30 mila posti di lavoro per l’Italia”. Invece, per quanto riguarda Trump e i “suoi” effetti sul Pil italiano, Susini spiega: “Altri 45 mila saranno correlati alle politiche della presidenza Trump, con vantaggi significativi per l’Italia per quanto riguarda Manifattura e Lusso e Difesa e Aerospazio. Del resto già durante il suo primo mandato (2017-21), nonostante il timore dei dazi, l’export italiano verso gli USA crebbe a ritmi del 4-6% annui trainato dalla domanda per moda, alimentari e macchinari”.

Il presidente nazionale di Conflavoro Roberto Capobianco ha commentato: “Con una combinazione unica di competenze, relazioni storiche e qualità produttiva, l’Italia si trova nella posizione ideale per emergere come leader nel rilancio economico legato ai fenomeni globali. Oltre agli aspetti umanitari di una tregua che ci auguriamo sia finalmente duratura, confidiamo che le novità internazionali finalizzate in queste ore possano rappresentare le basi di un futuro in cui il Made in Italy continuerà a brillare, portando prosperità e innovazione al Paese e alle nostre PMI, che generano il 60% del Pil”.


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