Esteri

Trump: “No agli Atacms contro la Russia”. Crosetto punta a parlare di pace e peacekeeping

di Ernesto Ferrante -


Il Presidente americano eletto Donald Trump è “decisamente contrario” all’impiego dei missili Atacms forniti dagli Stati Uniti all’Ucraina contro obiettivi in Russia. La pubblicazione dell’intervista concessa dal tycoon lo scorso 25 novembre e pubblicata oggi da Time, che lo ha nominato “uomo dell’anno”, arrivano dopo che il Cremlino ha ribadito l’intenzione di rispondere ai nuovi raid con gli Atacms da parte delle forze di Kiev contro un aeroporto militare di Taganrog, nella regione russa di Rostov.

“Perché lo facciamo? Non facciamo che intensificare questa guerra e aggravarla. Voglio arrivare a un accordo e il solo modo di arrivarsi è quello di non abbandonare” l’Ucraina, ha affermato Trump che a Parigi ha visto nei giorni scorsi Emmanuel Macron e Volodymyr Zelensky.

Mosca risponderà “obbligatoriamente” all’attacco che le forze armate ucraine hanno condotto contro un aeroporto militare russo utilizzando missili americani a lungo raggio. Lo ha annunciato il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov. “La risposta arriverà: si interverrà nei tempi e nei modi ritenuti opportuni”, ha insistito Peskov durante il suo briefing quotidiano.

Il segretario generale della Nato, Mark Rutte, continua a parlare di “deterrenza” e di “guerra”. Intervenendo ad un convegno a Bruxelles organizzato da Carnegie Europe, think tank diretto da Rosa Balfour, ha detto che la Federazione russa “si prepara per un confronto a lungo termine con l’Ucraina e anche con noi”. Nell’Alleanza atlantica, ha aggiunto l’olandese, “dovremmo essere profondamente preoccupati. Io lo sono: l’economia russa è in assetto di guerra. Nel 2025 la spesa militare totale sarà il7-8% del Pil, se non di più, ai massimi dai tempi della Guerra Fredda”.

Parigi e Varsavia seguono con attenzione le mosse trumpiane per evitare l’escalation militare. Il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato, durante la sua breve visita a Varsavia, che è necessario “trovare un percorso” di pace in Ucraina che “tenga conto” degli interessi degli ucraini e degli europei.

“L’amministrazione Trump ha indicato la sua volontà di cercare di cambiare il corso di questo conflitto, quindi dobbiamo lavorare a stretto contatto con gli americani, e ovviamente con l’Ucraina, per trovare un possibile percorso che tenga conto degli interessi dell’Ucraina, della sua sovranità e degli interessi e della sicurezza degli europei”. Queste le parole di Macron dopo l’incontro col premier polacco Donald Tusk.

Tusk ha reso noto di aver “discusso” con Macron della possibilità di inviare una forza di peacekeeping in Ucraina nel caso fosse raggiunta una tregua o si arrivasse alla pace. “Vorrei tagliare corto sulle speculazioni di una presenza potenziale di militari di un Paese o dell’altro in Ucraina, una volta instaurata la tregua o un cessate il fuoco. Il Presidente Macron ne è al corrente e ne abbiamo discusso”, ha sottolineato ancora, precisando che la Polonia “per il momento non prevede un tale passo”.

Ad eventuali attività per il mantenimento della pace è interessata l’Italia. “Spero di parlare di pace, di peacekeeping il prima possibile in Ucraina, ma anche a Gaza e in Libano. Noi siamo disponibili a svolgere questo ruolo, che è un ruolo nel quale ci siamo sempre distinti come nazione”, ha assicurato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in un colloquio con i cronisti dopo il 20esimo vertice 5-5 dei ministri della Difesa a Madrid, rispetto alla possibilità di dispiegare forze di peacekeeping sul suolo ucraino.

Il premier ungherese Vitkor Orban ha replicato al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha ironizzato sulla sua telefonata a Vladimir Putin e denunciato come così si metta a rischio l’unità europea: “Alla fine della presidenza ungherese dell’Ue, abbiamo compiuto nuovi sforzi per la pace. Abbiamo proposto un cessate il fuoco a Natale e uno scambio di prigionieri su larga scala. È triste che il presidente Zelensky abbia chiaramente respinto ed escluso questa possibilità oggi. Abbiamo fatto quello che potevamo”.


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