Economia

A CONTI FATTI – Gli Usa con Trump, l’Ue ripesca Draghi

di Giovanni Vasso -


Protezionismi contro: l’America ha scelto Trump, l’Europa punta tutto su Draghi. L’ex governatore della Bce è la carta che Bruxelles vuol giocarsi per evitare di restare stritolata nel rapporto con Washington. Che, ora, imporrà dazi alle importazioni (anche) dal Vecchio Continente. La cui economia, dopo anni di miopia programmatica complicata dall’insorgere della crisi energetica affrontata con politiche monetarie ultra-rigide, è un ammasso di rovine. Draghi, di scontri con l’alleato americano e con Trump in particolare, non ne vuol sentire parlare. Preferirebbe, invece, ascoltare una sola voce alzarsi dall’Europa. La direzione che indica è la sfida più dura dell’Ue. Decidere cosa vuol fare da grande, se continuare a essere il gigante burocratico, implacabile sulla lunghezza dei cetriolini e impalpabile sulle scelte che contano sul serio oppure se assumersi qualche responsabilità che vada al di là dei sondaggi interni e agli interessi dell’uno o dell’altro Stato membro. Ora non è più tempo di traccheggiare.

Stangata a tavola

Il costo delle materie prime alimentari nel mondo è ai livelli più alti da 18 mesi a questa parte. Lo dice la Fao. Secondo cui i rincari dell’olio vegetale (+7,3%) si stanno ripercuotendo sui prezzi del cibo. A far rincarare il carrello della spesa c’è pure il prezzo dei cereali mentre risulta in lieve calo quello delle carni (-0,3%). Impennata per lo zucchero. Ci attende un inverno difficile. A pesare, secondo l’agenzia delle Nazioni Unite, sono (anche) le cattive abitudini alimentari dell’Occidente che ci costerebbero, ogni anno, qualcosa come 8mila miliardi di dollari in costi sanitari e di divari sociali.

La crisi infinita dei motori

Automotive in panne: dopo Stellantis e Volkswagen, anche Nissan, colosso giapponese dei motori, annuncia raffiche di licenziamenti. Saranno 9mila i lavoratori che perderanno il posto. Ma la crisi preme in Europa più che altrove. Lo choc dei dati commerciali in picchiata, trainati dal flop dell’auto elettrica, si sta già riverberando sull’indotto. In tutta l’Ue, la tedesca Schaeffler, azienda leader nella componentistica, licenzierà 4.800 dipendenti. I primi segnali inquietanti si avvertono sull’Italia con l’Istat che riferisce che la crisi in Germania sia pesata, e molto, sull’export italiano e, quindi, avrà ripercussioni sul nostro sistema economico e industriale.  


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