Trump, che assist a Musk: “Porto i bitcoin sulla Luna!”
“Porterò i bitcoin sulla Luna”: intanto, Donald Trump li porta in vetta alle contrattazioni. Il candidato repubblicano alla Casa Bianca è convinto che la moneta virtuale rappresenta il futuro e ha deciso di licenziare Gary Genser, capo della Sec – l’autorità di vigilanza e controllo della Borsa Usa – che aveva avviato, insieme al presidente uscente Joe Biden, un percorso “regolatorio” sulle monete digitali (anche) sull’onda lunga degli scandali emersi dal crac miliardario di Ftx di Samuel Bankman-Fried. Trump, facendo così felice il suo alleato Elon Musk, che da sempre ne è fautore e sostenitore, ha dichiarato, davanti alla platea della Bitcoin Conference di Nashville, di voler fare degli Usa “la capitale mondiale” delle monete digitali e di voler liberalizzare un settore che capitalizza miliardi. Il tycoon ha criticato, con forza, la politica adottata finora e ha riferito che tutti i crypto-asset sequestrati non saranno svenduti e che le autorità degli Stati Uniti, sotto la sua presidenza, si impegneranno a valorizzarle facendo, così, acquisire valore a capitali sottratti, solitamente, alla criminalità. Il nodo, però, riguarda la possibilità di allestire una riserva strategica di moneta virtuale. Un’opzione a cui gli investitori avrebbero guardato con estremo favore e su cui Trump, che per la sua campagna elettorale ha finora accolto quasi quattro milioni di donazioni in bitcoin, non si sarebbe sbilanciato troppo. Pur affermando di essere consapevole che quella della blockchain è una rivoluzione “come lo fu l’acciaio cento anni fa”.
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