Trump 2, il ritorno. Tutto pronto, oggi si parte
Il grande giorno dell’insediamento di Donald Trump è arrivato. Il tycoon, uomo dell’anno 2024 per il “Time”, ha fatto sapere che giurerà all’interno del Campidoglio e non, come da tradizione sulla scalinata esterna, a causa “dell’ondata artica che sta colpendo il Paese”.
“Non voglio vedere persone che stanno male o rimangono ferite, sono condizioni meteorologiche pericolose per le decine di migliaia di forze dell’ordine, di squadre di primo soccorso, e persino i cavalli, e le centinaia di migliaia di sostenitori che saranno fuori per molte”, ha scritto su Truth Social, spiegando di aver ordinato che la cerimonia si svolga “nella Rotonda del Campidoglio, come fece Ronald Reagan sempre a causa del grande freddo”.
Diverse le defezioni pesanti annunciate. Michelle Obama diserterà “l’inauguration day”. Il marito Barack, Bill Clinton e George W. Bush, invece, non parteciperanno al pranzo che dal 1953 si svolge al Congresso dopo il giuramento del nuovo presidente, alla presenza di ospiti selezionati.
I tre ex presidenti hanno confermato la loro partecipazione. Ci saranno anche le ex first lady Laura Bush e Hillary Clinton, insieme al presidente uscente Joe Biden e la moglie Jill. Trump nel gennaio del 2021 non partecipò alla cerimonia di insediamento di Biden, di cui contestava l’elezione.
Mike Pence, vice presidente degli Usa all’epoca della prima Amministrazione Trump, dovrebbe essere regolarmente al suo posto. A riportarlo è stato il New York Times.
Quella di oggi sarà anche l’occasione per il presidente repubblicano eletto di chiamare a raccolta i suoi amici e alleati. Dagli archivi del Dipartimento di Stato non si ricordano altre cerimonie inaugurali a cui erano presenti leader stranieri, ma il secondo Donald Trump, affiancato da Elon Musk e dal suo giovane vice, J.D. Vance, sta puntando molto su questo aspetto, fin dalla campagna elettorale. Meno “isolazionista” e più “internazionalista” per incidere in modo significativo sui dossier più importanti.
Tra gli invitati spiccano il presidente argentino Javier Milei, la premier italiana Giorgia Meloni e l’omologo ungherese Viktor Orban. Meloni ha confermato la sua presenza a Washington. Con lei ci saranno anche alcuni esponenti di Fratelli d’Italia, a partire da Andrea Di Giuseppe, deputato di Fdi, eletto all’estero nella circoscrizione nordamericana e tra i fedelissimi del premier negli Usa, e Carlo Fidanza, europarlamentare meloniano e vicepresidente esecutivo di Ecr. “È un passo importante per l’Italia” perché ribadisce ancora una volta la considerazioni che lei ha come leader fra le più influenti e importanti in occidente”, ha dichiarato Di Giuseppe.
Fidanza sarà affiancato da alcuni suoi colleghi in Ue: Mateusz Morawiecki, ex premier polacco e ora presidente Ecr, il vice George Simion, capo della destra di Bucarest e Marion Marechal, nipote di Marine Le Pen e leader di Identità-Liberte. Trasferta prevista anche per Domenico Giordano, in veste di segretario generale dei Conservatori europei.
Saranno al loro posto Nigel Farage, del Reform Party, il francese Eric Zemmour e la sua compagna, la legislatrice europea Sarah Knafo, esponente del partito di estrema destra Reconquete. A fargli compagnia una delegazione dell’estrema destra tedesca di Alternativa per la Germania (AfD), guidata dal co-leader del partito Tino Chrupalla, Santiago Abascal del partito ultranazionalista spagnolo Vox, e il portoghese André Ventura di Chega.
Sulla lista anche il ministro degli Esteri indiano, Subrahmanyam Jaishankar, il collega giapponese, Takeshi Iwaya, e il presidente ecuadoriano Daniel Noboa. Assenza forzata per l’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro. La magistratura brasiliana gli ha negato la consegna del passaporto.
Pechino, per la prima volta, invierà un alto rappresentante al giuramento di un presidente americano. La Cina sarà rappresentata dal vice presidente Han Zheng.
Quello odierno non sarà solo un evento solenne, ma un manifesto programmatico di un 2025 che si preannuncia “a tutto Trump”.
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