Attualità

Un’altra truffa Superbonus: sequestrati 15,6 milioni a Trento

di Cristiana Flaminio -


15,6 milioni di euro (in beni per 5,6 milioni e in crediti d’imposta fittizi per altri dieci) a tre persone ritenute responsabili delle ipotesi di reato di per associazione per delinquere finalizzata alla creazione di crediti d’imposta e indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato di erogazioni pubbliche, false informazioni nelle asseverazioni tecniche e indebita compensazione nell’ambito dei bonus 110 per cento. A incastrarli sarebbero stati i loro stessi clienti. In pratica, stando alle indagini partite nel 2023 a seguito di numerose segnalazioni da parte di cittadini del posto, l’azienda al centro del presunto giro di truffe avrebbe assunto gli appalti di numerosi lavori legati al Superbonus 110% in veste di general contractors. Ma, dopo i primi interventi, questi cantieri non venivano mai portati a termine del tutto. Però, con la presunta complicità di alcuni professionisti, riuscivano lo stesso ad accedere ai cassetti fiscali e a mettere le mani sui crediti fiscali. Avrebbero irretito i “clienti” con la promessa di eseguire praticamente a costo zero grazie allo sconto in fattura lavori di efficientamento e riqualificazione energetica delle loro case ma, dopo la sottoscrizione dei contratti di appalto, gli amministratori della società finita sotto indagine avrebbero presentato, con la complicità  di professionisti compiacenti, il primo stato di avanzamento lavori pari al 30 per cento e le necessarie asseverazioni con attestazioni non veritiere sulla congruità delle spese e sulla realizzazione degli interventi agevolati, senza che gli stessi fossero in tutto o in parte realizzati, procedendo, di converso, al prelievo dai cassetti fiscali dei numerosi committenti dei relativi crediti fiscali. Che poi venivano monetizzati cedendoli, a prezzo ribassato, a terze parti o a istituti di credito. Durante l’indagine sull’ennesima presunta truffa Superbonus, gli uomini delle Fiamme gialle hanno scandagliato oltre 14 cantieri edili a Trento, ma anche a Roma e Como per i quali la società indagata aveva dichiarato di aver avviato i lavori a favore di oltre 175 proprietari di unità immobiliari. In realtà l’attività svolta si era limitata al montaggio di ponteggi o all’esecuzione di limitate opere, lasciando talvolta per lunghi periodi interi condomini avvolti dalle impalcature.


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