Treni, sabotaggio a Padova. La Lega: “Fatto inquietante”
Vuoi vedere che gatta ci cova nel caos dei treni degli ultimi tempi? Che le Fs non siano mai state uno straordinario paradigma di efficienza lo sa bene chi viaggia ed ha ormai i capelli bianchi, ma che all’improvviso le situazioni anomale, condite di strani incidenti sulla rete ferroviaria, si moltiplichino con cadenza plurisettimanale fa riflettere sulla possibile esistenza di più di qualche manina interessata. L’indagine della polizia di Padova su quanto è accaduto sulla Monselice-Mantova giovedì mattina intorno alle 7, e reso noto da un comunicato a firma del questore Marco Odorisio, che sovraintende le indagine dei detective della Digos, coordinate dalla Procura della Repubblica di Rovigo competente per il territorio della Bassa Padovana, fa scattare un ulteriore campanello d’allarme. Non stupisce che dal mondo politico leghista è un sussegguirsi di prese di posizione per sostenere la tesi che qualcuno avrebbe messo nel mirino il ministro Matteo Salvini per screditarlo con tuquesti incidenti più o meno gravi sulla rete, che provocano gravi disagi agli utenti e si traducono in un malessere collettivo con risonanza mediatica, e che si trasforma in altrettante inevitabili critiche al ministro dei Trasporti. A dare fiato ai tanti sospetti, che si sono tradotti in un esposto qualche giorno da parte delle Ferrovie dello Stato, sono molti esponenti del Carroccio. “Pochi giorni fa – è la tesi -, i dubbi e i sospetti di Fs sui danni causati volontariamente alla rete ferroviaria sono stati depositati ufficialmente alle autorità competenti. Sabato si è appreso di una denuncia per il tentato sabotaggio ai treni in Veneto. Tutto questo è gravissimo e pericoloso: non si mette a rischio la vita delle persone per pura battaglia politica”, affermano i parlamentari della Lega Nino Germanà, Mara Bizzotto, Paolo Borchia, Alberto Stefani ed Elena Maccanti. “Questo grave fatto – aggiungono – confermerebbe i sospetti del gruppo FS e aprirebbe uno scenario inquietante, in cui vengono commessi consapevolmente degli atti criminali per bloccare il Paese. Chiediamo alle autorità preposte che venga fatta chiarezza il prima possibile”. Tornando a quanto scoperto da un manutentore di Rfi giovedì 16 gennaio intorno alle 7, “un cavo di sicurezza per la chiusura delle biciclette rivestito in gomma era posizionato sulla fune elettrica della linea del secondo binario a Monselice all’altezza del fabbricato viaggiatori”. Il personale ferroviario ha subito rimosso il cavo che qualora fosse stato tranciato dal passaggio di un treno avrebbe quasi sicuramente danneggiato il pantografo con ripercussioni inevitabili sul traffico passeggeri e merci. Oltre al personale della questura patavina è intervenuto anche quello del Compartimento Polfer di Verona, ed è stata trasmessa una prima denuncia da parte di Rfi contro ignoti alla magistratura di Rovigo. L’ipotesi di reato sulla quale la polizia lavora è di attentato alla sicurezza dei trasporti. Per gli esponenti del Carroccio è “non solo un attacco ai cittadini e alle istituzioni, ma anche a chi tutti i giorni lavora per far progredire il Paese. Non accettiamo che pochi delinquenti paralizzino una rete utilizzata quotidianamente da studenti e lavoratori. Auspichiamo che chi ha commesso questo atto criminale venga identificato al più presto”. Il sabotaggio di Monselice avvalora la tesi di una parte della maggioranza che governa il Paese, che qualcuno stia prendendo di mira “volontariamente e in modo doloso la rete ferroviaria italiana per creare caos e disagi in area nevralgiche e far ricadere la responsabilità su quanti lavorano nella squadra di governo”. Spetterà alla magistratura di Rovigo con l’ausilio della polizia di Padova cercare di fare chiarezza. Rfi ricorda che sono parecchi i fascicoli aperti dalla Procure della Repubblica sparse in Italia per sabotaggi contro le infrastrutture ferroviarie. Solo di recente i treni sono andati in tilt per un guasto sulla linea dell’Alta velocità Roma-Napoli e in Lombardia avvalorando il sospetto che non siano episodi avvenuti per caso, dunque legati esclusivamente alla cattiva manutenzione della rete, ma bensì alimentati da qualcuno ad arte. Gli accertamenti investigativi avviati dalla polizia di Stato su scala nazionale cercheranno di circoscrivere l’esatto perimetro per comprende chi ha eventualmente interesse ad alimentare i disagi della gente. Lo stesso ministro degli Esteri, Antonio Tajani, proprio venerdì aveva spiegato di difendere Matteo Salvini “perché qualcosa sulla rete da qualche tempo non funziona”.
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