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Tregua: Russia contraria, a breve il no ufficiale di Putin

di Giorgio Brescia -


Un prolungato silenzio dopo il cauto ottimismo di Stati Uniti e Ucraina al termine dell’incontro di Gedda, stamattina “insoddisfacenti” segnali registrati dalla Russia secondo il primo ministro polacco Donald Tusk che aveva incontrao i giornalisti al suo ritorno da Ankara dove aveva parlato con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina. Ora si attende solo l’imprimatur negativo del presidente russo Vladimir Putin che esprimerà la posizione di Mosca sull’iniziativa di un cessate il fuoco di 30 giorni in Ucraina durante una conferenza stampa prevista per oggi al termine dei colloqui con il suo omologo bielorusso, Aleksander Lukashenko. Un no che dovrà indirizzare Donald Trump ad adoperarsi diversamente per avviare il conflitto al suo termine.

Ma, in anticipazione, il no ad una tregua di 30 giorni è arrivato dal consigliere per la politica estera del Cremlino, Yuri Ushakov. “La Russia sta cercando una soluzione a lungo termine alla crisi ucraina”, una soluzione che “tenga conto dei suoi interessi e delle sue preoccupazioni”. Ushakov così ha sottolineato che il cessate il fuoco proposto dagli Stati Uniti non è altro che “una tregua temporanea per le forze ucraine”. Citato dalle agenzie di stampa russe Ria Novosti e Tass, Ushakov ha poi affermato che “nessuno ha bisogno di misure che imitino semplicemente le azioni di pace” in Ucraina.

Ieri il consigliere per la politica estera di Mosca aveva avuto un colloquio telefonico con il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti Mike Waltz, ribadendogli che “la Russia spera che gli Stati Uniti prendano in considerazione le sue richieste” e precisando che “l’adesione dell’Ucraina alla Nato non può essere discussa nel contesto della risoluzione della crisi”.


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