Esteri

Firmata nella notte la tregua tra Israele e Hamas

di Cristiana Flaminio -

Israeli Prime Minister Benjamin Netanyahu attends a Cabinet meeting at the Bible Lands Museum in Jerusalem, 05 June 2024. ANSA/GIL COHEN-MAGEN / POOL


È stata firmata nella notte la tregua tra Israele e Hamas. L’accordo è arrivato nella notte a Doha, in Qatar. Al tavolo, insieme ai rappresentanti di Tel Aviv e ai palestinesi c’erano anche emissari degli Stati Uniti e dello stesso Qatar. La conferma è arrivata dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. In una nota diffusa dal suo ufficio, si afferma che “il primo ministro Benjamin Netanyahu è stato informato dalla squadra negoziale che sono stati raggiunti accordi per il rilascio degli ostaggi” e che, pertanto, “ha ordinato che il gabinetto politico e di sicurezza si riunisca domani”. “Il governo –  si legge ancora nel documento – si riunirà poi per approvare l’accordo”. Le famiglie degli ostaggi sono state informate e in queste ore si procederà alle operazioni per gli scambi di prigionieri. L’accordo è stato benedetto dai leader del G7 che l’hanno definito “una notizia importante” chiedendo, contestualmente, a Israele e Hamas di rispettare la tregua e di “garantirne la piena attuazione e la fine definitiva delle ostilità”. Per i Sette Grandi “si tratta di uno sviluppo significativo che ha il potenziale per garantire il rilascio di tutti gli ostaggi rimanenti, facilitare ulteriormente l’aiuto umanitario urgentemente necessario e aprire la strada al ritorno dei civili nelle loro case, permettendo loro di ricostruire le proprie vite”. E ancora: “Ringraziamo l’Egitto, il Qatar e gli Stati Uniti per i loro instancabili sforzi nella mediazione di questi negoziati, e invitiamo tutte le parti a rispettare i termini dell’accordo. Sollecitiamo inoltre tutte le parti a impegnarsi in modo costruttivo nelle fasi successive dell’accordo per garantirne la piena attuazione e una fine permanente delle ostilità”.

L’amministrazione Usa, e in particolare il segretario di Stato Antony Blinken, ritengono che gli accordi possano entrare in vigore già domenica, “come abbiamo detto”. Nel frattempo, però, Netanyahu adesso deve fare i conti con le rimostranze della destra religiosa dentro il suo governo. Ben due ministri sono pronti a ostacolare l’iter della tregua. Sui tratta di Ben Gvir e, adesso, anche di Bezalel Smotrich, ministro alle Finanze nonché leader di Sionismo Religioso, che ha bollato l’intesa come “cattiva e pericolosa per la sicurezza dello Stato d’Israele”. Tuttavia, stando alle analisi politiche, anche senza i voti della destra e dei ministri la tregua reggerebbe. Anche perché, nel frattempo, giunge in soccorso dell’intesa il centro di Yair Lapid, pronto a offrire a Netanyahu, solo in questo caso, “una rete di sicurezza politica”.


Torna alle notizie in home