PRIMA PAGINA-Tra macumbe e riti vudù Giorgia Meloni si prepara al Consiglio Ue
È stato un confronto ancora una volta acceso quello andato in scena ieri alla Camera in occasione delle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio Ue che si terrà domani e venerdì. Molti i temi sul tavolo, diversi dei quali notoriamente divisivi, a partire dalle strategie di politica estera in uno scenario internazionale che negli ultimi mesi ha visto aprirsi un numero sempre maggiore di fronti roventi. E proprio i dossier internazionali sono stati centrali sia nell’intervento che la presidente del Consiglio ha tenuto nella mattinata di ieri a Montecitorio, sia nelle repliche che sono seguite al dibattito parlamentare, al termine del quale la risoluzione unitaria della maggioranza ha superato agevolmente l’esame dell’Aula, mentre i testi presentati dalle opposizioni sono stati votati per parti separate e solamente gli impegni in linea con il documento sottoscritto dagli alleati di governo sono stati approvati. Complice anche le tensioni che stanno accompagnando il cammino della legge di Bilancio – che oggi dovrebbe vedere terminare la discussione in commissione con l’avvio di quella nell’emiciclo – il clima è stato a tratti incandescente. Le frizioni che gravitano attorno alla manovra non hanno influenzato solamente la dialettica già convenzionalmente accesa con l’opposizione, ma, a quanto pare, anche quella tra la maggioranza. A inizio seduta i banchi della Lega erano infatti praticamente quasi deserti, sebbene il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti fosse regolarmente al proprio posto. Il messaggio polemico è eloquente, ma dalla Lega si prova a sminuire e si attribuisce la circostanza ai ritardi dei treni, piccolo autogol di cui approfittano le opposizioni e la stessa Elly Schlein per attaccare il ministro dei Trasporti Matteo Salvini. Proprio il vicepremier prova a chiudere la questione parlando di “polemiche inventate” e assicurando attraverso una nota del partito che “la Lega voterà compatta e con convinzione, come sempre, la risoluzione del centrodestra per confermare pieno sostegno a Giorgia Meloni”, come poi effettivamente accadrà. Piccola nota di colore: nel frattempo Trenitalia fa sapere che non risultano ritardi sulle linee dell’alta velocità.
Ma è con l’opposizione che si registrano vere e proprie scintille. Giorgia Meloni approfitta del prossimo Consiglio Ue per rimarcare come dal Pd in particolare si sia “cercato di indebolire la posizione” dell’Italia pur di mettere i bastoni tra le ruote a Raffaele Fitto e al suo incarico di vicepresidente esecutivo della Commissione Ue. “L’unico commissario che ha tentato di indebolire il gruppo politico europeo di cui il Pd fa parte è stato quello italiano”, ha tuonato la premier. E a chi dai banchi dell’opposizione protestava facendo notare che neanche la Lega in Europa ha votato a favore di Fitto, Giorgia Meloni non ha mancato di far notare che “la lega però non ha scritto lettere per chiedere di togliere all’Italia la vicepresidenza. Sappiamo chi è stato con l’Italia e chi non lo è stato è in questa vicenda”. Questione chiusa e scontro che rimbalza sul capitolo presidenza italiana del G7 con i dem accusati di “fare le macumbe sperando che fosse un fallimento, perché come sempre tifate contro la vostra nazione quando non siete al potere. Dovete fare un corso di riti vudù, perché le macumbe non stanno funzionando”. Sul sostegno incondizionato all’Ucraina per tutto il tempo che sarà necessario, si infiamma invece lo scontro con il Movimento 5 Stelle. Per Giuseppe Conte il governo si è infilato in un “vicolo cieco” perché convinto della “vittoria sulla Russia” e quindi non fa che proporre “sempre la stessa ricetta: siamo al decimo pacchetto armi e Crosetto festeggia”, è l’accusa del leader grillino. Tra i temi più caldi . che pure troverà spazio al Consiglio Ue – c’è poi quello dei migranti, sul quale la premier si è detta convinta di procedere con il protocollo tra Italia e Albania, lanciando qualche frecciatina a chi si è messo di traverso. “Se nessun paese è sicuro non possiamo fermare nessuno, non possiamo rimpatriare nessuno”, ha detto Giorgia Meloni stigmatizzando tra le righe anche le sentenze della magistratura che hanno annullato i trasferimenti degli irregolari in attesa di rimpatrio sull’altra sponda dell’Adriatico.
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