Toti patteggia, 1.500 ore di lavori socialmente utili
La notizia arriva come un vero e proprio colpo di scena: Giovanni Toti patteggia. L’ex governatore della Liguria avrebbe optato per accordarsi con la procura di Genova e chiudere il procedimento penale a proprio carico. L’intesa trovata tra il legale di Toti, Stefano Savi, e gli uffici dei magistrati genovesi prevederebbero una condanna a due anni e mezzo che verrà sostituita con lavori socialmente utili per 1.500 ore. Inoltre, tra i termini dell’accordo con i quali Giovanni Toti patteggia figurano anche l’interdizione temporanea dai pubblici uffici per una durata di 25 mesi, l’impossibilità di contrattare con le pubbliche amministrazioni per la durata della pena e la confisca di 84.100 euro. Somma quest’ultima che dovrà essere restituita dal Comitato della lista Toti e pari all’ammontare di quanto contestato dalla procura in quanto ritenuta circoscrivibile alla fattispecie di finanziamento illecito.
Il legale dell’ex governatore ha fatto sapere che “nell’accordo, l’accusa riconosce che Toti non ha mai usufruito personalmente delle somme raccolte dal suo comitato politico, utilizzate solo per le attività politiche. Viene riconosciuto anche che gli atti prodotti dalla Pubblica amministrazione fossero totalmente legittimi, così come i versamenti sotto forma di contributi all’attività politica. Cadono, dunque, le accuse di corruzione e le altre ipotesi di reato, con l’esclusione della cosiddetta corruzione impropria, ovvero per atti legittimi degli uffici”.
Dopo il raggiungimento dell’accordo Giovanni Toti ha commentato che “come tutte le transazioni suscitano sentimenti opposti: da un lato l’amarezza di non perseguire fino in fondo le nostre ragioni di innocenza, dall’altro il sollievo di vederne riconoscere una buona parte”. “Detto ciò, di fronte a questo finale, credo appaia chiara a tutti – ha aggiunto – la reale proporzione dei fatti avvenuti e della loro conclusione, che pone fine alla tormentata vicenda che ha pagato una istituzione oltre alle persone coinvolte e che lascia alle forze politiche il dovere di fare chiarezza sulle troppe norme ambigue di questo paese che regolano aspetti che dovrebbero essere appannaggio della sfera politica stessa e non a quella giudiziaria”.
Oltre all’ex presidente della Liguria, l’ex presidente dell’Autorità portuale di Genova e Savona, nonché ex ad di Iren, Paolo Emilio Signorini, ha patteggiato, concordando una pena di tre anni e cinque mesi e una confisca di poco più di 100 mila euro, oltre all’interdizione temporanea dai pubblici uffici.
Per il via libera definitivo a entrambi gli accordi, sarà adesso il giudice per l’udienza preliminare ad avere l’ultima parola.
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