Attualità

“Torna da noi!” I bambini al Gemelli per Papa Francesco

di Andrea Canali -


Il Santo Padre, attualmente, pur se con lievi segnali di miglioramento, si trova ancora ricoverato al Policlinico Gemelli a causa di una polmonite bilaterale che lo affligge dallo scorso quattordici febbraio, data del suo ricovero presso l’ospedale romano. Quindi, pur essendo stabile, la situazione rimane comunque complessa. Le sue giornate sono scandite dalla fisioterapia, dalla preghiera, dal lavoro e dalla terapia farmacologica. In questo clima di calma apparente sono arrivati i più piccini a portare il loro calore al Papa. Sono accorsi infatti da ogni parte d’Italia, grazie al comitato per la Giornata Mondiale dei Bambini, per donare fiori, bigliettini, disegni e lettere tramite i quali hanno espresso il desiderio di vederlo guarire. Dopo la preghiera dell’Angelus, ed il contestuale omaggio alla Vergine nella piccola cappella del Policlinico, la speranza unanime di questi giovani amici accorsi con dolcezza al capezzale di Bergoglio era: “Torna da noi!”, “Torna da noi!”.
Quindi potremmo dire che dal piazzale del Policlinico Gemelli si è quasi ribaltata la situazione: se un tempo, infatti, fu San Giovanni XXIII, il cosiddetto Papa buono, che nel suo celebre “discorso della Luna” chiese agli adulti di portare una carezza ai più piccoli, oggi sono proprio i bambini ad offrirla. Con le loro piccole mani ma sicure, con quella gioia limpida che è “salute per l’anima”. È il coro di voci che si leva a mezzogiorno, quando padre Fortunato invita alla preghiera dell’Angelus. Tra un palloncino bianco che svolazza e uno d’oro che sfugge dalle mani e si innalza nel cielo vengono letti i messaggi di affetto per il Pontefice. Poi, nel silenzio raccolto della preghiera, risuonano le parole che lo stesso Papa Francesco ha voluto dedicare loro nel testo consegnato per l’occasione: “Grazie, carissimi bambini! Il Papa vi vuole bene e aspetta sempre di incontrarvi”. Un’esplosione di gioia risponde, come un boato da stadio: non è una carezza, forse, ma è amore puro, spontaneo, il linguaggio schietto dell’infanzia. Infine, l’ultimo gesto: un gruppo di bambini, accompagnati da monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, depone un mazzo di fiori bianchi nella cappellina del Gemelli. Con esso, una letterina, tanto semplice quanto profonda, come solo un bambino saprebbe scriverla. I piccoli protagonisti arrivano mano nella mano – saranno, alla fine, circa trecento – intrecciati come fili di una stessa storia. Bambini insieme ai loro genitori, eppoi ci sono anche i nonni, custodi di memoria e tenerezza, di quel legame che è “aria pulita”, respiro di fiducia, fatto di sguardi e piccoli gesti. Come quello di un bambino che stringe il suo disegno, e prima di deporlo ai piedi della statua di Papa Wojtyla, lo mostra alla nonna la quale, sorridendo, alza il pollice in segno di approvazione.
L’immagine di Francesco, con il braccio alto in segno di saluto e un sorriso ampio, quasi insolito ma pur sempre autentico, si aggiunge a una lunga serie di disegni e letterine. L’affetto dimostrato dai più piccoli nei confronti del Papa ha toccato e, in alcuni casi, persino commosso i più grandi. “Non dimenticare chi di voi, ancora così piccolo, già si trova a lottare contro malattie e difficoltà, all’ospedale o a casa, chi è vittima della guerra e della violenza, chi soffre la fame e la sete, chi vive in strada, chi è costretto a fare il soldato o a fuggire come profugo, separato dai suoi genitori, chi non può andare a scuola, chi è vittima di bande criminali, della droga o di altre forme di schiavitù, degli abusi. Insomma, tutti quei bambini a cui ancora oggi con crudeltà viene rubata l’infanzia”. Riecheggiano ancora forti le parole pronunciate dal Santo Padre in occasione della presentazione della scorsa Giornata mondiale dei bambini, evento da lui fortemente voluto volto alla tutela dei più piccoli. Noi tutti ci auguriamo che il Santo Padre possa guarire presto. Soprattutto, lo sperano i suoi piccoli amici.

La prima foto di Papa Francesco dal ricovero


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