Cultura & Spettacolo

Tony Gentile, il fotoreporter dell’iconica foto di Falcone e Borsellino

di Francesca Gallo -


È senza dubbio una delle foto più iconiche al mondo, quello che immortala Giovanni Falcone e Paolo Borsellino in un momento confidenziale nello svolgimento della loro attività di magistrati antimafia. Quando l’ha scattata, l’autore non poteva neanche lontanamente immaginare che quella sua foto avrebbe fatto il giro del mondo, trasformandosi in memoria, a testimonianza di un vissuto che è storia contemporanea. La foto, divenuta simbolo della lotta alla mafia, porta la firma di un affermato fotoreporter siciliano, Tony Gentile, all’epoca dei fatti neanche 30enne, inviato per il Giornale di Sicilia. “A Palazzo Trinacria, dove ero stato mandato a fotografare la candidatura alla Camera dei Deputati di Giovanni Ayala, seguii solo il mio istinto – ricorda – era il 27 marzo del 1992. C’erano anche Falcone e Borsellino e per me, che mi occupavo di cronaca, i veri protagonisti erano loro. Così scattai una serie di foto, da utilizzare magari più avanti, ma non potevo immaginare che una di quelle sarebbe diventata così importante”. Da lì a pochi mesi, il 23 maggio 1992, Giovanni Falcone veniva ucciso in un attentato di Cosa Nostra a Capaci. Oltre al giudice morirono la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Il 19 luglio stessa fine toccò a Paolo Borsellino e ad altri cinque agenti della scorta, nell’attentato di Via D’Amelio. Era la Palermo degli anni di piombo, probabilmente la più buia di tutti i tempi e quelle stragi evocarono sgomento, tragedia collettiva e un’impellente necessità di riscatto di un popolo pronto a mutare la rabbia e l’indignazione in impegno civile. È in quel contesto che l’immagine dei due magistrati, insieme, sorridenti, catturata dall’abile sguardo di Tony Gentile, inizia a farsi strada, ad essere pubblicata da più testate e in più Paesi, divenendo emblema della legalità, icona di riscatto e simbolo della lotta alla mafia. “Il successo di questa foto penso sia da attribuire alla semplicità del momento” dichiara Gentile, consapevole di essere riuscito a cogliere Falcone e Borsellino in un attimo di complicità, in un gesto confidenziale, genuino, mentre si scambiano lo sguardo complice da amici e colleghi. Resta una delle foto più significative catturate dall’obiettivo di Tony Gentile, che in oltre 35 anni di carriera nel fotogiornalismo in una delle agenzie di stampa internazionali più importanti al mondo, Reuters, ha documentato, tra storie di attualità, cronaca, costume e sport, fatti che hanno emozionato e stravolto il pianeta. Nato e cresciuto a Palermo, Gentile, ancora giovanissimo, segue la sua passione per la fotografia. A 14 anni compra la sua prima macchina fotografica che utilizza accostandola alla voglia di fare giornalismo, riuscendo poi, da fotogiornalista, a raccontare un’epoca e a rivelare la quotidianità della sua Sicilia. “Quando vivi nei luoghi che devi raccontare, quelle storie ti appartengono e tu appartieni a loro. Quella era anche la mia guerra. Vedevo amici morire, compagni di scuola che venivano arrestati. Era la realtà che mi circondava che vedeva da una parte la lotta, dall’altra una moltitudine di cittadini onesti, nella loro normalità, intenzionati a non arrendersi”. La foto che ci consegna Tony Gentile dei due giudici resta l’immagine che più di ogni altra racchiude in sè la sintesi di un pezzo della nostra storia recente. Dalle scuole, alle manifestazioni di piazza, è quella più riprodotta, divenendo simbolo di riscatto e fonte d’ispirazione per le nuove generazioni. Quei volti di recente, sono stati raffigurati in un murale a Campobello di Mazara, a cento metri dall’ultimo covo dove visse da latitante il boss Matteo Messina Denaro. È l’immagine che consegna a futura memoria Falcone e Borsellino vivi e a loro modo invincibili. Un’immagine in cui il mondo intero si identifica, divenuta per tutti messaggio di legalità e speranza.


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