Esteri

Thierry Breton si dimette dalla Commissione Ue e accusa von der Leyen

di Giuseppe Ariola -


Le dimissioni di Thierry Breton sono solo l’ultimo ostacolo in ordine di tempo sulla strada della nuova Commissione europea. Il commissario francese indicato per un secondo mandato dal presidente francese Emmanuel Macron, dopo il passo indietro, ha additato senza mezzi termini Ursula con der Leyen di essere la causa delle sue dimissioni per aver chiesto alla Francia di ritirare la sua candidatura. In una lettera inviata alla presidente della Commissione, il francese Thierry Breton non usa mezzi termini e ricorda alla von der Leyen che “pochi giorni fa, nella fase finale dei negoziati sulla composizione del futuro Collegio, hai chiesto alla Francia di ritirare il mio nome, per motivi personali di cui non hai mai discusso direttamente con me, e hai offerto, come compromesso politico, un portafoglio presumibilmente più influente per la Francia nel futuro Collegio. Ora ti verrà proposto un candidato diverso”. L’ormai ex Commissario europeo, alla luce delle ultime novità, si spinge fino a parlare di sviluppi che “evidenziano ancora una volta una gestione discutibile”, alimentando ulteriormente le polemiche sempre maggiori attorno al secondo mandato della con der Leyen. Polemiche e veti incrociati che investono anche l’Italia, hanno già fatto slittare la presentazione della nuova Commissione di una settimana, ma a questo punto non è affatto detto che questa nuova scadenza venga rispettata. Per domani a Strasburgo è comunque fissato l’incontro tra von der Leyen e i capigruppo all’Europarlamento riunito in sessione plenaria a cui dovrebbe seguire la presentazione della lista dei nuovi commissari. Ma solo in teoria, perché la Slovenia non ha formalizzato la candidatura per il nuovo esecutivo europeo, l’attribuzione al ministro italiano Raffaele Fitto di una vicepresidenza esecutiva continua a dividere la maggioranza e, adesso, anche le dimissioni di Thierry Breton rappresentano un evidente ostacolo sulla strada della nuova Commissione che già si ipotizza possa entrare in carica da dicembre e non da novembre.


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