Cultura & Spettacolo

The Perfect Couple – Dakota Fanning è la “cognata perfetta”

di Martina Melli -


Da appassionati di serie e in particolare di mini serie (format intelligente che espande lo spazio narrativo del film senza cadere nei meccanismi consumistici di quelle tradizionali da 5-6 stagioni) troviamo The Perfect Couple, tratta dall’omonimo romanzo di Elin Hilderbrand, firmata Netflix e diretta da Susanne Bier, l’ultima produzione degna di nota.
Nell’arco di sei episodi entriamo dentro il mondo snob e plurimilionario della famiglia Winbury, intenta a celebrare il matrimonio del secondo figlio nella bellissima villa sulla baia di Nantucket. A capo della famiglia c’è Greer (Nicole Kidman), scrittrice di gialli bestseller, donna di potere, madre e moglie adorata. Tutto stupendo se non fosse che la sera prima delle nozze, alla fine della festa di benvenuto per gli ospiti, Merritt (Meghann Fahy), damigella d’onore della sposa, muore annegata. Ben presto scopriamo lo scandalo: Merritt aveva una relazione clandestina col marito di Greer, Tag, e aspettava un bambino.
Tutti i componenti della famiglia Winbury contribuiscono a reggere un castello di bugie e apparenze ben costruite.
L’unica voce dissonante è quella della futura sposa Amelia (Eve Hewson, figlia di Bono degli U2). La ragazza, essendo di umili origini, non riesce a inserirsi nel contesto sociale del fidanzato e non ha un buon rapporto con l’algida futura suocera. Clichè a parte, The Perfect Couple è una serie coinvolgente ma soprattutto – e questo era inaspettato – divertentissima. Ho amato Dakota Fanning nel ruolo di Abby, moglie del figlio maggiore dei Winbury e futura cognata di Amelia. Abby, malgrado sia scostate, velenosa, perfettamente integrata tra convenevoli, vestaglie e bellissime carte da parati, fa morir dal ridere.
La serie, per vicenda, pretenziosa location vacanziera e la presenza di Meghann Fahy, potrebbe rimandare a White Lotus (che è tuttavia molto più interessante e originale). Nicole Kidman protagonista invece fa pensare a Big Little Lies, altra piccola gemma della serialità degli ultimi 15 anni. Le serie “thriller” di Netflix degli ultimi tempi, anche quelle più riuscite come Eric, grazie a vari stratagemmi registici (primissimi piano sugli occhi, commenti musicali e montaggio) portano lo spettatore a sospettare, a giro, di tutti i personaggi; generalmente un sospetto diverso in ogni puntata. Io non amo questa modalità di sviluppare il racconto nel tentativo di mantenere alti suspense e mistero. Trovo molto più efficaci i thriller anni ’90 in cui sembravano sempre tutti innocenti. The Perfect Couple offre qualche colpo di scena; la soluzione del caso è meno semplice di quanto si possa immaginare ma non è nemmeno così sconvolgente. I moventi degli omicidi sono sempre gli stessi (gelosia, soldi, vendetta, autoconservazione) e le dinamiche dei ricchi annoiati pure.
Consapevoli di questo, sappiate che Netflix ha sfornato la serie perfetta per rientrare al lavoro.


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