Cinema

The Bear, la terza stagione è un pesante passaggio di testimone

di Eleonora Ciaffoloni -


Le aspettative erano altissime e sono state rispettate: La terza stagione della premiatissima serie The Bear, disponibile in Italia su Disney+, è arrivata e come un uragano, lasciandosi dietro pochi elementi che dovranno farci attendere (ormai per forza) un quarto capitolo. E no, non ha lasciato l’amaro in bocca, la storia è proseguita, seppur con non troppi colpi di scena, esattamente da dove l’avevamo lasciata. Ritroviamo, infatti, nella cucina del suo nuovo ristorante Carmen (Jeremy Allen White), Sydney (Ayo Edebiri) e Richie (Ebon-Moss Bachrach) alle prese con la gestione del nuovo business, tra difficoltà finanziarie e tensioni interne, le stesse che ci portiamo dietro dalla seconda stagione come il conflitto tra i due cugini che viene “arricchito” dal perfezionismo del genio di famiglia che lo allontana anche dalla sua socia in cucina Sydney, non di certo aiutata dalla sua crescente ansia.

The Bear: cosa succede nella terza stagione

A complicare le cose, in questa stagione è la questione economica, con lo zio Jimmy, finanziatore, che mette pressione per rendere il The Bear profittevole. Tutti, in questa impresa familiare portano qualcosa e tutti hanno qualcosa da perdere. Per questo motivo, forse, questa stagione non si dilunga esattamente su “quello che succede”, bensì sulla parte più intima dei personaggi: su come si confrontano con la realtà che hanno di fronte, ma anche su come lì ci sono arrivati. Sono tantissimi i flashback che ci riportano nella vita da studente di Carmen, sul suo percorso per diventare uno chef di alto livello, sulle cucine di tutto il mondo e sul modo in cui quel mondo funziona. C’è sempre quel sentimento di incompleto, di ricerca verso qualcosa di aspirato, ma forse mai compreso a pieno, con conseguenza diretta di una serenità ormai perduta. Ma non la passione e la testardaggine che è di famiglia e che viene passata di generazione in generazione: sono questi gli stimoli che “muovono” la serie.

Lo vediamo nelle “eredità” tramandate e nei rapporti che si dilatano e che si ricompongono – come quello tra Donna (Jamie Lee Curtis) e Natalie (Abby Elliott) nella puntata Ice Chips (3×08)o in quello appena nato tra Mickey (John Bernthal) e Tina (Liza Colón-Zayas) nella puntata flashback Napkins (3×06) diretta da Ayo Edebiri che si aggiudica il nostro personale primo posto tra i dieci episodi. E tra chi è perseguitato dai mostri del passato e chi cerca redenzione, la parola d’ordine dei personaggi che gravitano in questa stagione (con ritorni e nuove conoscenze) rimane la profondità. La trama di certo non scorre alla velocità della prima stagione e anche il caos che regnava tra i fornelli si è attenuato, come il ritmo binge tra una puntata e l’altra. Nessun passo indietro, neanche a dirlo per la regia e il montaggio che continuano ad essere impeccabili, con inquadrature che esaltano le dinamiche tra i personaggi. A lasciarci con il fiato sospeso è la tensione del finale, generata dalla recensione del ristorante: il risultato lo avremo nella prossima stagione.


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